Il paradiso dei rifiuti delle aziende nei boschi in Slovenia: «Roba lì sotto da 20 anni, tonnellate di pellame, gomma, plastica...»

Domenica 25 Settembre 2022 di Davide Tamiello
Il paradiso dei rifiuti delle aziende venete nei boschi in Slovenia
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Il paradiso dell'immondizia e dello smaltimento abusivo dei rifiuti era poco dopo il confine. Le aziende venete avevano trovato la loro gallina dalle uova d'oro in Slovenia: senza nessuna autorizzazione, avevano scaricato nei boschi 1.700 tonnellate di materiali di ogni genere tra pellame, gomma, plastica. Al termine di una lunga indagine dei carabinieri è arrivata la misura cautelare (obbligo di dimora) per 9 persone (su un totale di 26 indagati): Salvatore D'Alba, 51 anni, di Monfalcone (Go), Graziano Biasetto, 61 anni, di Ponzano Veneto (Tv), Corrado Donà, 53 anni, di Sant'Angelo di Piove di Sacco (Pd), Enrico Castellanelli, 54 anni, di Prevalle (Bs), Giorgio Lovato, 62 anni, di Arzignano (Vi), Mattej Bizjak, 35 anni, di Capodistria (Slovenia), Dejan Velkov, 39 anni, di Volvera (To), Stefano Babetto, 51 anni, di Castelfranco Veneto (Tv) e Roberto Giacomazzi, 67 anni, di Riese Pio X (Tv).

Indagine partita da una lite


E pensare che l'inchiesta era nata, il 14 settembre 2019, da un intervento per sedare una lite in un centro direzionale dismesso a Torri di Quartesolo (Vi).

La scaramuccia era passata subito in secondo piano quando i militari si erano invece resi conto che lì c'erano ben due container maleodoranti di rifiuti, in particolare pellame. I carabinieri avevano scoperto che l'accordo con la ditta milanese proprietaria del centro era che venisse a ritirarli in seguito Giorgio Lovato. Da qui, quindi, erano partiti gli approfondimenti investigativi: intercettazioni telefoniche, telecamere nascoste per riprendere l'arrivo dei camion che caricavano la merce, pedinamenti in vecchio stile. Ne erano emersi i contatti tra Lovato (che attualmente si trova in carcere per un'altra vicenda) e Salvatore D'Alba per smaltire i rifiuti della Felappi recupero materiali Srl di Artogne (Bs), riconducibile a Corrado Donà. In queste conversazioni, come scrive il gip del tribunale di Venezia nell'ordinanza, emerge «la forsennata ricerca di luoghi ove scaricare camion di rifiuti». Con il covid, però, la Felappi aveva chiuso i battenti, lasciando il ruolo di centro principale di stoccaggio all'azienda trevigiana Cartotecnica Zanatta (gestita da Biasetto). Per la gestione dei trasporti e il reperimento dei luoghi dove conferire i rifiuti c'erano due assi: da una parte quello di Lovato e Alba, dall'altra quello trevigiano della coppia Babetto-Giacomazzi. D'Alba, Biasetto, Donà e Castellanelli procacciavano i rifiuti da smaltire illecitamente, trovavano i trasportatori, i depositi, e predisponevano i documenti falsi.


Camion di rifiuti caricati a strati


Il sistema era sempre lo stesso: per essere al di sopra di ogni sospetto, in caso di controlli, i camion venivano caricati a strati. In alto quello dei rifiuti innocui, in basso e nascosti quelli più pericolosi. «Questa roba qua è da vent'anni che ce l'hanno lì sotto il monte - dicono in un'intercettazione del 4 marzo 2020 Donà e Castellanelli, nel parcheggio della Felappi - il prezzo deve essere più alto». I documenti falsi indicano come destinataria dei rifiuti la Zagreb Petrol, ditta che si trova in Croazia. I camion, come scoperto dalla polizia slovena, non arriveranno mai a Zagabria: quei carichi sono finiti in terreni agricoli o in boschi, appunto in Slovenia.


Traffico illecito di rifiuti: era una attività organizzata


La gip Claudia Gualtieri parla nell'ordinanza di «attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti», con una «struttura volta a realizzare il commercio illegale». Il colonnello Enrico Risottino, comandante del gruppo per la tutela ambientale e la transizione ecologica di Venezia, che ha competenza su Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, pur non entrando nel merito dell'inchiesta, sottolinea la collaborazione tra le forze di polizia estere e l'Europol in questa operazione. «Si è tenuto inoltre recentemente un meeting - aggiunge - per un progetto internazionale di cooperazione per contrastare il traffico di rifiuti, e il nostro Paese farà da capofila».

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 20:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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