«Più compensi ai sindaci? Ci viene ridata la dignità. Noi pragmatici e seri»

Sabato 13 Novembre 2021 di Angela Pederiva
«Più compensi ai sindaci? Ci viene ridata la dignità. Noi pragmatici e seri»
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Un po' di parte lo è, quando dice che Draghi ha proprio un bel nome. «Ma concordo con il mio presidente nazionale Antonio Decaro: lui è SuperMario, il nostro garante in Europa, la persona di carisma che serviva all'Italia in questo momento complicato, in cui le dinamiche politiche sono confuse e conflittuali». Ora che il premier ha incoronato i sindaci («Il successo del Pnrr è nelle vostre mani»), il suo mezzo omonimo Mario Conte assicura che i primi cittadini veneti sono pronti a giocare la loro partita. «Chiediamo solo di avere le risorse, il personale e la sburocratizzazione», rimarca il leader di Anci Veneto.


Non vi tremano i polsi?
«Siamo di fronte a una svolta epocale per il Paese. Può essere un'opportunità straordinaria, o una perdita clamorosa, di soldi e di tempo: sta a noi. Credo però che, di noi sindaci, Draghi abbia apprezzato il pragmatismo e la serietà. Siamo il baluardo della Repubblica nella comunità, l'istituzione che meglio conosce il territorio e che ha dimostrato come, facendo squadra, si possano mettere in campo soluzioni concrete in tempi di crisi».
Da oggi dovete confrontarvi con le nuove regole sulle proteste Covid: preoccupati?
«No, perché nel nostro ruolo di equilibristi propositivi, siamo stati noi a trovare la soluzione.

Faccio un esempio: la città di Treviso già da un mese ha spostato le manifestazioni in luoghi che garantissero le condizioni minime per esprimere la libertà di pensiero senza pregiudicare i diritti delle altre persone».


Fine delle ambiguità verso no-vax e no-pass, quindi?
«È giusto che ci siano regole più chiare, ma trovo opportuna anche una chiarezza sui numeri. L'86% delle nostre comunità ha scelto di fidarsi dello Stato e della scienza. Nella parte rimanente c'è una grossa fetta che non può vaccinarsi e ha il Green pass. Gli altri sono contro ogni forma di sistema: terrapiattisti, negazionisti, teorici del no a tutto che ce l'hanno sempre con qualcuno. Una netta minoranza che può manifestare perché la stragrande maggioranza, vaccinandosi, ha permesso la ripresa di tante attività, compresa quella di radunarsi. Anche su questo i sindaci hanno mostrato grande senso di responsabilità».


Dunque condivide l'aumento delle indennità, previsto dalla legge di bilancio? Le stime vanno da un +33% per i piccoli Comuni, a un +160% per le Città metropolitane.
«Più che di un aumento, parlerei di compensi dignitosi per figure istituzionali da sempre umiliate sul piano dei rimborsi spese, soprattutto quelle che prendono 900 euro al mese. Non abbiamo contributi pensionistici, dobbiamo pagarci l'assicurazione, sosteniamo di tasca nostra il volontariato perché il sindaco compra il biglietto della lotteria, il ciclamino, l'uovo di Pasqua per dare l'esempio. È una restituzione di dignità per il ruolo e le responsabilità. Avvisi di garanzia, denunce e querele per noi sindaci sono all'ordine del giorno. Francamente non mi pare che lo siano anche per altre figure delle politica. Chiaro che ci assumiamo le responsabilità, ma vorremmo avere la libertà di operare per il bene comune senza sentire la spada di Damocle sulla testa. In questo senso andrebbe riconosciuto pure il ruolo dei consiglieri comunali, che votano e rischiano».


Ha detto di apprezzare Draghi. Vale anche per Luciana Lamorgese, ministro dell'Interno molto criticato dal suo segretario Matteo Salvini?
«Ci sono due livelli di giudizio. Dal punto di vista amministrativo, nel mio piccolo mi limito a valutare l'operato di ministri che anche all'assemblea di Parma si sono presentati in modo umile e disponibile. Compresa la Lamorgese, che non ha fatto mancare il suo supporto ai sindaci. Ciò detto, sotto il profilo politico, sulle questioni migratorie occorre una maggiore incisività anche a livello europeo». 


Cento giorni di semestre bianco: servirebbe un sindaco tra i grandi elettori del Quirinale?
«Credo che sarebbe un passaggio doveroso e tutt'altro che simbolico. Non voterei per il bis di Sergio Mattarella solo perché il presidente della Repubblica è stato molto chiaro nel dire che non vuole, per cui rispetterei la sua scelta. Un sindaco sul Colle? Uno che ha fatto il sindaco può fare anche il capo dello Stato: non ha più paura di niente».


È vero che la prossima assemblea di Anci potrebbe tenersi nella sua Treviso?
«Ci siamo candidati per il 2022 e nei mesi a venire ci sarà un sopralluogo. Valuteremo se le possibili sedi sono congrue per i numeri. A Parma eravamo tremila sindaci, più il personale e le aziende di supporto. Sarebbe un evento di richiamo moto forte».

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