MOTTA DI LIVENZA - Imparare ad andare in barca a vela grazie a un progetto realizzato tra le mura di un ospedale. Un percorso che sarà seguito da quattro persone costrette in sedia a rotelle. Tre “allenamenti” settimanali per circa un mese, con l’obiettivo di divenire completamente autonomi alla guida di una propria imbarcazione in mare aperto. Questo in sintesi il progetto, denominato “Vela 4 All” (ossia “Vela per tutti”, ndr) presentato ieri mattina all’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta. A fornire i dettagli c’erano il presidente dell’ospedale Paolo Pauletto, in collegamento via streaming l’assessore regionale Manuela Lanzarin, l’assessore mottense Ellen Visintin, il presidente nazionale della Lega Navale Italiana ammiraglio Donato Marzano, il presidente del comitato paralimpico Veneto Ruggero Vilnai. L’idea di Andrea Stella, presidente dell’associazione “Lo spirito di Stella”, è stata presentata da lui stesso insieme al direttore del reparto di riabilitazione funzionale Humberto Cerrel Bazo. All’incontro coordinato dal dirigente generale Orianna Romanello, anche Erwin Linthout, titolare di Up Sail, e Pierpaolo Scubini, presidente di sezione di Trieste della Lega Navale italiana.
L’OBIETTIVO
In pratica gli “allievi” riceveranno in ospedale una formazione teorica completa, per poi approfondire le tecniche di conduzione dell’imbarcazione a vela grazie a sedute di allenamento su di un imbarcazione di tipo “Hansa” installata su una base mobile, un simulatore, e un apparecchio che crea il vento.
IL PERSONAGGIO
Ieri a Motta c’era Andrea Stella: nel 2000 mentre era in vacanza a Miami venne coinvolto in una sparatoria perdendo l’uso delle gambe. Spronato dal padre, decise di reagire, riavvicinandosi alla sua prima passione, la vela. All’epoca non esistevano imbarcazioni “inclusive” e da lì si avventurò nella co-progettazione de “Lo Spirito di Stella”, catamarano senza barriere architettoniche che nel 2004 compì la prima navigazione dell’oceano Atlantico con un equipaggio composto da persone con disabilità e da velisti del calibro di Giovanni Soldini e Mauro Pelaschier. Ora la nuova idea. «Il mare è un ambiente libero e senza barriere - afferma Stella - navigando puoi dimenticarti della sedia a rotelle e tornare al senso di normalità. Per una persona con disabilità è più facile oggi attraversare l’oceano in barca a vela che una città italiana in autobus. Vivere la barca può rivelarsi un’esperienza profondamente sociale, ognuno ha il suo compito il suo spazio, gli obiettivi sono condivisi».