Unità cinofile e bagnini lungo il Sile: «Così il fiume sarà più sicuro»

Venerdì 30 Luglio 2021 di Mauro Favaro
Il cimitero dei Burci sul Sile a Casier

SILEA Arriva il primo cane-bagnino sulle sponde del Sile. Una task force di pronto intervento renderà il fiume più sicuro nei fine settimana di agosto e settembre. Da domenica un primo tratto verrà tenuto costantemente sotto controllo da un gommone con a bordo due operatori dotati di defibrillatore e accompagnati da un cane addestrato al salvataggio in acqua. Si parte del pezzo di Sile compreso tra il porticciolo di Cendon di Silea e il cimitero dei Burci di Casier, dove proprio ieri pomeriggio è stata salvata una 60enne in stato confusionale che era finita in acqua. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto “Sile sicuro 2021”, nato grazie alla collaborazione tra il Parco del Sile e la Fisa di Treviso, la federazione salvamento acquatico. Il monitoraggio del tratto tra Silea e Casier, quello maggiormente navigato, sarà attivo tutte le domeniche fino al 12 settembre. «Ed è solamente una prima azione per aumentare e garantire la sicurezza lungo il fiume di risorgiva -assicurano dal Parco- nelle domeniche del prossimo mese e mezzo, dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 18, ci saranno due persone, con la straordinaria presenza di un’unità cinofila da salvataggio, pronte a tenere sotto controllo il fiume per verificare quali potenziali azioni mettere in campo nel prossimo futuro».

ATTIVITA’ SPERIMENTALE

Se l’attività sperimentale tra Silea a Casier darà buoni frutti, poi, il progetto dedicato alla sicurezza potrà essere esteso anche ad altri tratti del Sile. Non esclusivamente in acqua, ma pure nelle aree verdi circostanti, a loro volta molto frequentate nel periodo estivo, dove si aprono alcuni tra i percorsi ciclopedonali più belli del Veneto, come la Restera, la Green-way e dei tratti della Treviso-Ostiglia. «Il progetto nasce per monitorare i comportamenti alla luce del notevole aumento di imbarcazioni, pescatori, famiglie, biciclette e podisti, soprattutto nel periodo estivo -specificano dall’ente regionale-l’acqua del Sile, inoltre, ha una temperatura molto bassa: circa 13 gradi. E registra forti correnti, senza contare la presenza di rami, alberi spezzati e la folta vegetazione subacquea. Per questo è stato naturale pensare di mettere a disposizione anche dei soccorritori attrezzati per ogni necessità, dallo zaino per il primo soccorso al defibrillatore». La Fisa di Treviso, partner del Parco, è specializzata proprio nella sicurezza acquatica.

AMBIENTE E PREVENZIONE

In futuro, poi, la collaborazione tra le due parti potrà allargarsi con l’avvio di lezioni di sensibilizzazione sui pericoli del Sile e del mondo acquatico in generale, sull’importanza della prevenzione e della sicurezza in acqua e sul rispetto dell’ambiente. «Abbiamo valutato questa opportunità per iniziare a mettere in campo qualche iniziativa per attirare l’attenzione sull’importanza di rendere sicuro il Sile -tira le fila Arturo Pizzolon, presidente del Parco del Sile- l’idea fa parte di un progetto più ampio che prevede altre azioni che vedranno coinvolti tutti i Comuni rivieraschi. L’obiettivo è riuscire a far vivere il Sile, sensibilizzando i cittadini e i visitatori non solo ad amare il fiume, ma anche a prendersene cura».

Ultimo aggiornamento: 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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