Sigarette elettroniche, è boom di fumatori giovanissimi a Treviso: «Non sono un buon metodo per perdere il vizio»

Martedì 10 Gennaio 2023 di Mauro Favaro
Boom di uso delle sigarette elettroniche nel trevigiano

TREVISO - Il numero di fumatori torna ad aumentare. Sono quasi 135mila i trevigiani che non rinunciano alla sigaretta. Si è sulla soglia del 24% degli adulti. Un dato che supera la media nazionale, seppur di poco: negli ultimi 15 anni non era praticamente mai accaduto. E si fa sentire anche il boom delle sigarette elettroniche. Quasi 30mila trevigiani le hanno provate. Molto spesso per tentare di dire addio al tabacco tradizionale.

Ma nella maggior parte dei casi senza successo. Anzi, molte delle 14mila persone che oggi fumano regolarmente le sigarette elettroniche (2,3% degli adulti in provincia) finiscono semplicemente ad aggiungerle a quelle tradizionali.

Il boom delle sigarette elettroniche tra i giovani

Una moda che preoccupa soprattutto tra i giovani. Basti pensare che, in generale, quasi il 10% dei 15enni fuma ogni giorno. Si tratta del nodo principale: non si riesce a ridurre il numero di giovani che si avvicinano alle sigarette. E' questa, in sintesi, la fotografia scattata dall'Usl della Marca a 20 anni di distanza dall'introduzione della legge Sirchia, quella che ha vietato il fumo nei locali pubblici. «La legge ha sicuramente migliorato l'impatto del fumo passivo, che rappresenta già un pericolo. Su questo non ci sono dubbi mette in chiaro Mauro Ramigni, direttore del servizio di Epidemiologia dell'azienda sanitaria da una parte, però, in provincia resta uno zoccolo duro di fumatori difficile da scalfire e dall'altra non si riesce a limitare il numero dei giovani e dei giovani adulti che iniziano a fumare. Magari poi smettono. Ma intanto cominciano». E la sigaretta elettronica non rappresenta la soluzione. «Viene usata nicotina avverte Ramigni e quindi è dannosa».

I numeri

Dal 2008 ad oggi l'incidenza del tabagismo nel trevigiano è rimasta pressoché in linea. C'è stato un picco nel 2019 e un brusco calo nel 2020, anno segnato dall'esplosione dell'epidemia da Covid. E poi ci si è attestati attorno al 24 per cento di fumatori tra gli adulti. Poco sopra la media nazionale, appunto. Chi sono i fumatori? Il 27% degli uomini e il 18% delle donne. L'età più a rischio è quella tra i 18 e i 24 anni: in questa il totale dei fumatori tocca la vetta del 36%. Stando alle proiezioni dell'Usl, ogni fumatore fuma in media 10 sigarette al giorno. A conti fatti, significa che ogni giorno nella Marca vengono letteralmente bruciate oltre 1,3 milioni di sigarette. Come provare a correre ai ripari? C'è chi propone di vietare il fumo anche nei luoghi pubblici all'aperto. Non mancano altri esempi: la Nuova Zelanda ha appena approvato un piano che vieta di vendere il tabacco a tutte le persone nate dal primo gennaio del 2009 in poi. «Meno spazio si dà per poter fumare, meglio è. Nel senso che si riduce la possibilità di cadere nella tentazione della sigaretta - sottolinea Ramigni - ma non basta. Serve un mix di azioni sia di repressione che di prevenzione».

Il fronte della prevenzione contro il fumo

Sul fronte della prevenzione ci sono gli interventi nelle scuole e i corsi organizzati dalla stessa Usl. Di pari passo, un ruolo fondamentale è giocato dalla sensibilizzazione sugli enormi rischi per la salute. L'Usl della Marca specifica che solo nel trevigiano si contano ogni anno 350 morti di fumo. «Il tabacco uccide la metà dei suoi consumatori evidenzia l'ultimo report curato dal servizio Epidemiologia si può stimare che nel territorio dell'Usl il fumo sia responsabile di circa il 28% delle morti prima degli 80 anni». A partire da tumori a trachea, bronchi e polmone. Per poi continuare con cardiopatia ischemica, tumore del fegato e del pancreas, malattia ostruttiva cronica polmonare, malattia cerebrovascolare e così via. Negli ultimi anni, invece, la minaccia del fumo passivo ha iniziato a farsi un po' meno pesante proprio grazie alla legge Sirchia: più di 9 volte su 10 nel territorio trevigiano viene rispettato il divieto di fumare nei luoghi di lavoro e nei locali pubblici. All'orizzonte sta prendendo forma anche la possibilità di avviare uno screening del cancro al polmone su persone con rischio elevato, in modo da arrivare a diagnosi precoci. Un po' come succede con gli screening per il tumore al seno. L'Istituto oncologico veneto di Padova (Iov) ha già arruolato 480 grandi fumatori tra i 55 e i 75 anni da sottoporre a Tac a basso dosaggio. Ma si è in una fase sperimentale: il programma non coinvolge ancora gli altri centri del Veneto. «È una delle possibilità che si stanno sviluppando - tira le fila Adolfo Favaretto, primario dell'unità di oncologia di Treviso - e in prospettiva potrebbe rappresentare un nuovo passo in avanti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci