Allarme sfratti: «Le case popolari non bastano, serve un aiuto dalla Stato»

Mercoledì 24 Febbraio 2021 di Alberto Beltrame
Polizia locale

TREVISO - I comuni faticano a soddisfare le richieste di alloggi popolari da parte delle famiglie che ne fanno richiesta. Ma ora, dopo un anno di Covid, la situazione è ancora più critica e la Prefettura teme che lo sblocco degli sfratti, in un contesto di fragilità sempre più delicato a causa delle conseguenze economiche legate alla pandemia, possa aggravare la situazione nel capoluogo e nei comuni a maggiore densità abitativa. «Accanto agli inquilini che si possono definire cattivi pagatori - sottolinea la Prefettura di Treviso al termine dell'incontro in videoconferenza con sindaci e sindacati - quelli cioè che hanno l'abitudine di non onorare i propri debiti a prescindere dalla disponibilità e che, pertanto, vanno perseguiti ai sensi della legge, ve ne sono numerosi che, in periodo di Covid, hanno assistito impotenti al crollo del proprio reddito e, per questo, non riescono a far fronte ai propri impegni. È evidente che per questi ultimi è doveroso il sostegno e l'intervento pubblico».
IL FOCUS
La riunione sul tema emergenza abitativa, tenutasi in videoconferenza, ha visto la partecipazione, oltre che del prefetto Maria Rosaria Laganà, dei rappresentanti dei 5 comuni della conferenza dei sindaci Ater (Treviso, Conegliano, Castelfranco Veneto, Mogliano Veneto, Vittorio Veneto), della Provincia, dell'Ater, dei sindacati degli inquilini e dei Sindacati dei proprietari e di alcuni Enti caritatevoli locali. Di fronte allo spettro di pesanti ricadute social dell'emergenza sul fronte abitativo, i rappresentanti dei Comuni, quello di Treviso in particolare, ha evidenziato che già nella situazione attuale le amministrazioni faticano a soddisfare con gli alloggi di edilizia popolare il bisogno abitativo di tutte le famiglie che ne fanno richiesta. «Né può farlo l'Ater - è stato sottolineato durante il summit - i cui bilanci sono messi a dura prova sia a causa del numero, decisamente in aumento, dei casi di morosità, sia dalla vetustà del patrimonio immobiliare, costituito in gran parte da abitazioni che, anche se liberate dagli inquilini, necessitano di onerosi interventi di recupero, solo in parte dei quali trova copertura dall'incasso dei canoni di locazione».
INQUILINI E LOCATARI
I distinguo sono d'obbligo. Da un lato ci sono i cittadini che non onorano i propri debiti al di là delle disponibilità economiche, dall'altro però ci sono interi nuclei familiari che rischiano di finire per strada per le conseguenze economiche della pandemia. «Vanno aiutati - è stato sottolineato - e per farlo è imprescindibile un intervento pubblico». «Nel corso dell'incontro è emerso che anche molti piccoli proprietari - sottolinea la Prefettura di Treviso, persone che dopo una vita di sacrifici sono riusciti ad acquistare, oltre alla casa principale, un'immobile mettendolo a frutto, stanno vivendo in grave sofferenza in quanto, a causa della morosità colpevole o non colpevole degli inquilini, non stanno più incassando il canone da locazione che costituiva una fonte di reddito integrativo ( in alcuni casi anche l'unica) a quello da pensione. Anche per molti di loro si stanno prospettando situazioni di grave disagio economico». Un nodo importante, che verrà affrontato anche nel prossimo incontro previsto ad aprile. «Gli intervenuti continueranno a monitorare il fenomeno, a raccogliere dati ed informazioni sul suo andamento che saranno oggetto di un ulteriore approfondimento in una sessione del tavolo che si terrà nel prossimo mese di aprile - spiega la Prefettura di Treviso - e che vedrà il coinvolgimento di ulteriori attori istituzionali, nell'ambito del quale si cercherà di approntare linee di intervento e strategie condivise, utili a dare concrete risposte al bisogno abitativo delle famiglie in difficoltà e di quelle, in particolare, a rischio fragilità». (a.belt)
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Ultimo aggiornamento: 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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