Parla di sesso su Instagram, l'infermiera Fanni Guidolin fuori dall'ospedale: «Vado via in silenzio da un sistema che non premia»

Martedì 17 Gennaio 2023 di Lucia Russo
Lezioni di sesso su Instagram, l'infermiera Fanni Guidolin lascia l'ospedale

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Fanni Guidolin, l'infermiera che dà lezioni sul sesso online, lascia l'ospedale. Ieri, 16 gennaio, era il suo ultimo giorno di lavoro all'ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto dopo che aveva dato ufficialmente le sue dimissioni sostanzialmente per divergenze di pensiero con i vertici dell'Usl 2 Marca Trevigiana in seguito a dei richiami circa i suoi video dove parlava di sesso, sessualità e piacere su Instagram. Dimissioni non prese a cuor leggero come traspare in una lunga lettera social che inzia così: «Addio ospedale - scrive - Vado via così, in silenzio, lo stesso che ho mantenuto per tutto questo tempo, sia come forma di rispetto, sia come forma di educazione ma anche di protesta se vogliamo dirlo. Lo stesso silenzio che mi ha consentito di vincere la mia battaglia personale lasciando parlare gli altri. Quelli che mi conoscono. Quelli increduli, quelli che hanno battagliato per me. Che hanno scritto, creato gruppi, commentato, che si sono esposti, spingendo il mio dolore giù, fino allo stomaco, perché sul petto mi mancava l’aria e di respirare avevo bisogno. Mi hanno salvato».

Una situazione diventata isostenibile per l'infermiera 

Fanni Guidolin chiude così le porte della sua carriera in ospedale per aprirne una più virtuale legata alla delicata sfera della sessualità dando consigli utili e pratici su come trattarla nella vita di tutti i giorni affrontando temi come l'igiene, la pulizia, il piacere e alcune delle pratiche più comuni andando così a sdoganare anche dei tabù. E apre una clinica dedicata al perineo. Nella sua decisione ha trovato tanto sostegno e supporto da parte dei cittadini, sia da chi la conosce sia da chi ci ha avuto a che fare in ambito strettamente lavorativo e anche da chi invece l'ha vista solo attraverso lo schermo del cellulare. «Mi porto nel cuore un’immensa gratitudine per chi mi ha messo una mano sulla spalla quando ne avevo bisogno, per chi ha capito, per chi ha riconosciuto la mia professionalità e la mia caleidoscopica personalità - continua Guidolin  - Mi porto nel cuore un lavoro che che ho amato con tutta me stessa. Mi porto nel cuore un sistema che ho amato fino al giorno prima, e odiato il giorno dopo. Un sistema che non difende e che non premia i meriti. Un sistema che è cambiato e che mi ha cambiato, strattonando un pezzo del mio cuore sull’asfalto. Mi porto fuori gli occhi affondati su qualche ruga in più, in un viso scarno e pieno di lacrime ma tutta l’esperienza clinica e il bagaglio culturale che mi consentiranno di realizzare un grande sogno.

Perché sì, si trattava di un grande sogno. Dovevo solo aprire gli occhi e capire che questo era il momento giusto».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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