Bella vita con i soldi dei crimini: sequestrata alla famiglia rom la mega villa e i conti. Nessuno lavorava ma vivevano da nababbi

Domenica 20 Giugno 2021 di Alberto Beltrame e Serena De Salvador
La villa sequestrata di Roberto Braidic
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SPRESIANO (TREVISO) - Un bilocale da 52 metri quadri sulla carta, che nella realtà è invece una lussuosa villa, dimora di una famiglia di quattro persone. Nessuno di loro però, incluso il padre e titolare dell’immobile, ha mai lavorato o presentato dichiarazioni dei redditi. Come è stata quindi pagata quella dimora? Secondo l’Antimafia e la Procura grazie a una vita di affari illegali. Per questo ieri mattina,sabto 19 giugno, la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro la villa di Spresiano in località Fornaci di Roberto Braidic, 55enne trevigiano di etnia Rom con precedenti e condanne penali per minacce, lesioni, truffe, insolvenze fraudolente, ricettazione, rapina e tentati furti. Inoltre la Finanza ha “congelato” disponibilità finanziarie per 550mila euro poiché l’uomo è ritenuto, sulla base del Codice antimafia applicato per il provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Venezia, “socialmente pericoloso”. «Grazie ai nostri strumenti –hanno spiegato dal comando provinciale– è stato possibile evidenziare una palese sproporzione tra il suo patrimonio e il non aver mai svolto alcuna attività lavorativa». 

La villa dei rom

Le indagini patrimoniali seguite dalla compagnia di Treviso non hanno riguardato solo Braidic, ma anche la posizione economico finanziaria della moglie e delle due figlie, tutte con precedenti penali. A questo scopo sono stati usati la banca dati delle Fiamme gialle e il software Molecola del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, quello utilizzato anche nelle indagini sul clan dei Casamonica a Roma. «Così è stato possibile incrociare migliaia di dati economico finanziari in tempi rapidissimi» hanno ribadito gli uomini impegnati negli accertamenti disposti dalle Procure di Treviso e Venezia.

Una sfilza di precedenti


Assegni falsi, truffe su compravendite di auto e motociclette, persino l’accusa di aver ideato un raggiro a una finanziaria di Torino.

I precedenti di Braidic sono stati il punto di partenze delle indagini dei finanzieri che già negli scorsi anni, applicando le normative antimafia, avevano sequestrato una villa a un capoclan, sulla carta nullatenente, nella Castellana. Decine le denunce accumulate negli anni dal 55enne, in particolare dal 1983 al 2019. Su di lui il tribunale ha emesso una condanna per rapina a fine anni Novanta e una per insolvenza fraudolenta nel 2004. Poi una sfilza di segnalazioni per truffe, ricettazioni, minacce, falsità materiale, percosse e altri reati. L’ultimo caso pendente, per il quale il 55enne è tuttora a processo, riguarda l’aggressione ai titolari del ristorante Al Gambero di Quinto. Sei anni fa si era presentato ai tavoli del locale e aveva pranzato in compagnia di sei amici. Ma al momento di pagare aveva preso la via d’uscita ed era salito in auto, andandosene. Il proprietario l’aveva quindi inseguito ma Braidic, che non voleva pagare, lo aveva scaraventato a terra.

Odore di mafia


La procedura Antimafia è scattata non perché il 55enne sia considerato un uomo di vertice della criminalità organizzata, ma per la sospetta provenienza delle sue disponibilità da attività illecite che lo hanno portato a essere classificato come socialmente pericoloso. Nonostante il sequestro, Braidic e i familiari per ora possono continuare a vivere nella villa di Spresiano, cinta da un cancello con l’insegna “Vip”. Almeno fino all’udienza, fissata a settembre a Venezia, durante la quale in contraddittorio il 55enne dovrà dimostrare che il suo patrimonio è frutto di denaro “pulito”. Se non ci riuscirà, la casa sarà confiscata. In quell’occasione di deciderà anche se applicargli la misura della sorveglianza speciale.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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