Lo stato risarcisce 44 Comuni della provincia di Treviso: tornano nelle casse 24 milioni di euro

Venerdì 13 Agosto 2021 di Mattia Zanardo
Lo stato risarcisce 44 Comuni della provincia di Treviso - Foto di martaposemuckel da Pixabay

TREVISO - I Comuni trevigiani hanno vinto anche l'ultimo match del lungo braccio di ferro legale, ora lo Stato dovrà finalmente pagare: a 44 amministrazioni locali della Marca dovranno essere restituiti 24 milioni di euro. E il saldo dovrà essere disposto dal governo in tempi brevi, entro 120 giorni, altrimenti provvederà d'ufficio il Ragioniere generale.

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con la sentenza 05855/2021 pubblicata ieri: il supremo organo della giustizia amministrativa si è pronunciato a favore della richiesta di ottemperanza avanzata dagli enti locali trevigiani. 


L'INGIUNZIONE

In buona sostanza, una sorta di ingiunzione di pagamento, che i Comuni nostrani ricorrenti avevano dovuto presentare, poiché da Roma si continuava a non dare esecuzione alla precedente sentenza, passata in giudicato, e a non attuare il ristorno delle somme indicate. I soldi - per la precisione 24.575.225 euro e 47 centesimi totali, più interessi- sono quelli relativi alla ripartizione del Fondo di solidarietà comunale dell'anno 2015, un fondo finalizzato ad assicurare un'equa distribuzione delle risorse finanziarie tra i municipi italiani ed alimentato con una quota del gettito Imu destinato ai Comuni stessi. Le amministrazioni trevigiane, a suo tempo, avevano avviato un'azione legale, sostenendo che i calcoli della suddivisione erano errati e avevano diritto a più di quanto era stato loro assegnato. «Abbiamo sempre avuto fiducia che la vicenda avrebbe avuto un epilogo positivo per i nostri Comuni, incoraggiandoli a continuare l'iter legale - commenta Mariarosa Barazza, presidente dell'Associazione Comuni della Marca Trevigiana, che ha coordinato l'operazione -. Aver unito le forze tra Comuni virtuosi di un territorio storicamente penalizzato ha portato a ottenere giustizia e risultati concreti. Certamente avremmo voluto, da parte dello Stato, un atteggiamento diverso: la sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione ai Comuni trevigiani è del 2018, tre anni fa. L'augurio è però che la questione ritorni dal campo giuridico a quello politico, con la creazione di una dialettica tra istituzionali centrali e locali basata su trasparenza, fiducia, giustizia e solidarietà, ovvero con la realizzazione di un vero federalismo, maturo e compiuto». 


LA BATTAGLIA

Medesima soddisfazione espressa anche Roberto Bet, ex sindaco di Codognè, una delle amministrazioni coinvolte, in carica quando è stato iniziato il ricorso: «Questa è una battaglia dei comuni dell'Associazione Marca Trevigiana - ribadisce Bet, che, di professione avvocato, ha continuato a seguire la questione - abbiamo dovuto perfino arrivare al giudizio di ottemperanza perché nemmeno dopo due gradi di giudizio il governo riconosceva il dovuto. Una grande vittoria dell'autonomia contro il centralismo, questo è un segnale forte: nell'agenda di governo ora va messa l'autonomia del Veneto». 


LA STORIA

La vicenda ha inizio nel 2015 quando i 44 Comuni, coordinati appunto dall'associazione, impugnano il provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri con i riparti del Fondo di Solidarietà 2015 che secondo il loro parere li penalizza e, soprattutto, ha il difetto (elemento chiave per l'impugnazione) di essere stato emanato in ritardo di nove mesi rispetto al termine di legge. Due sentenze danno ragione loro ragione: prima quella del Tar del Lazio 2554 del febbraio 2017 e poi quella del Consiglio di Stato n. 2201 dell'aprile 2018. Pronunce che però continuano a restare sulla carta: lo Stato non paga. Perciò le amministrazioni locali sono costrette a rivolgersi di nuovo al Consiglio di Stato perchè venga data attuazione. L'Avvocatura dello Stato, lo scorso novembre, resiste ancora, sostenendo che la cifra da restituire è decisamente inferiore, circa 16,7 milioni di euro. Dunque, nuove verifiche (peraltro, gli organismi centrali hanno depositato la documentazione richiesta solo a fine giugno scorso), nuova attesa e ora, finalmente, l'epilogo con esito ancora favorevole ai Comuni. La causa è stata patrocinata dall'avvocato Giacomo Quarneti. Peraltro, questo è solo la prima giunta a conclusione: i sindaci (in alcuni casi, al nucleo originario se ne sono aggiunti altri), hanno intentato altri ricorsi, in corso, anche per annualità successive.

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