Ultimo giorno di scuola: vaccinati i primi 30 studenti trevigiani

Sabato 5 Giugno 2021 di Mauro Favaro
Sono già 3700 i ragazzi tra i 12 e i 16 anni prenotati per il vaccino. Trenta si sono già sottoposti alla prima dose.

TREVISO - L’anno scolastico si conclude con i primi ragazzi vaccinati contro il coronavirus. Ieri sono terminate le lezioni nelle scuole elementari e medie. Oggi risuonerà l’ultima campanella dell’anno anche alle superiori. Per gli oltre 130mila studenti trevigiani le fatiche sono finite, esclusi quelli che attendono l’esame di maturità. E proprio ieri sono scattate nella Marca le prime vaccinazioni per i ragazzi tra i 12 e i 16 anni: una trentina di alunni hanno iniziato le vacanze estive sottoponendosi all’iniezione con Pfizer nei centri allestiti dall’Usl. Il numero è destinato a salire rapidamente.
Sono già 3.700 i ragazzi con meno di 16 anni che hanno fissato l’appuntamento. Praticamente la metà dei circa 7.600 minorenni che si sono iscritti attraverso il portale online Vaccinicovid.regione.veneto.it già nelle prime ore di apertura totale della campagna anti-Covid. A proposito di esami, sono quasi 3mila i maturandi che si sono messi subito in fila per l’iniezione.


DUE ANNI DIFFICILI

L’estate sarà dedicata all’immunizzazione dei più giovani. Solo un paio di settimane fa c’erano 700 studenti in quarantena nelle scuole trevigiane. Il numero è poi via via sceso. Oggi a livello generale la Marca è tornata sotto quota 1.000 residenti positivi. La speranza è che sia davvero la fine dell’incubo Covid. «Mi auguro che tutti i ragazzi possano vaccinarsi per tornare in classe a settembre con le presenze al 100% – spiega Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi – questi ultimi due anni sono stati molto complessi. Ma va anche detto che, paradossalmente, il distanziamento ha contribuito a cementare i gruppi classe, anziché dividerli. Oltre all’aspetto organizzativo, è uscito un tessuto umano meraviglioso». E non è tutto da buttare neppure se si parla di lezioni in senso stretto. «Il termine didattica a distanza la connota negativamente. Diciamo che è stata una didattica digitale – specifica la dirigente – non c’è motivo per accantonarla definitivamente: ha dimostrato che in una situazione di normalità può essere complementare. Senza contare che è risultata molto funzionale pure per le riunioni dei gruppi di lavoro costituiti da docenti».


LE SPERANZE

Sulla stessa linea c’è anche Mariarita Ventura, preside del liceo Canova di Treviso. «Più persone si vaccineranno contro il coronavirus e più aumenteranno le possibilità di riprendere la scuola a settembre con maggiore serenità – sottolinea – c’è una grande speranza. Gli ultimi due anni sono stati duri, complicati e complessi. Ci auguriamo di poter tornare in classe riprendendo la natura profonda della scuola, che è fatta di dialogo diretto tra le persone». L’emergenza Covid ha stravolto il mondo dell’insegnamento. Gli esiti sul piano dell’apprendimento, però, non sono per forza negativi. «I ragazzi hanno raccolto frutti diversi rispetto ad altri anni, ma non per questo inferiori – chiarisce Ventura – la didattica a distanza è stata una grande sfida. Si è fatto affidamento sul senso di autonomia e responsabilità degli studenti. Chi ha affrontato il percorso in modo autentico, a livello di contenuti ha perso veramente poco rispetto agli anni scorsi». Per ridurre al minimo di contagi da coronavirus, infine, il turistico Mazzotti di Treviso ha deciso di lasciare per questa settimana le sue 12 classi quinte in didattica a distanza. «Questo per evitare positività che potrebbero portare in quarantena tutta una classe in vista della maturità – tira le fila la preside Anna Durigon – dopo il ritorno in presenza, i ragazzi non sono semplicemente rimasti a casa, ma si sono preparati attraverso il rapporto a distanza con i docenti». Adesso scatta il conto alla rovescia: il 16 giugno inizieranno i maxi-orali (esame unico) della maturità.
 

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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