A una settimana dall'inizio della scuola, 21 classi in quarantena. «La scuola rischia il lockdown»

Giovedì 24 Settembre 2020 di Alessandra Vendrame - Elisa Giraud
Scuola vuota
TREVISO - Sono già 21, a poco più di una settimana dall’inizio delle lezioni, le classi messe in quarantena per la positività di un compagno. Con tutti i disagi connessi alla sospensione della didattica in attesa dell’esito del tampone su tutti gli studenti e alla prospettiva di un anno scolastico a singhiozzo per centinaia o migliaia di ragazzi. Non sono mancati casi, oltre che alle materne e alle elementari, alle medie e alle superiori. Tra gli ultimi quello di una classe del Marco Fanno di Conegliano. La soluzione prospettata dall’usl per accorciare i tempi delle quarantene è quella di poter effettuare i test rapidi sui compagni di classe degli alunni positivi direttamente a scuola. Manca l’ok del governo, ma l’autorizzazione potrebbe essere bypassata con l’autorizzazione scritta delle famiglie. «Ho già scritto alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Barbara Sardella chiedendo di attivarsi con le famiglie degli studenti in modo di avere quanto prima l’autorizzazione per poter fare i tamponi rapidi in classe - spiega il direttore generale Francesco Benazzi -. Spero che l’autorizzazione arrivi al più presto ma vorremmo partire lo stesso, perché questa soluzione ci permetterebbe di non chiudere delle classi. È di fondamentale importanza».
IL PROTOCOLLO
Già domani l’usl presenterà un piano al dirigente Barbara Sardella, «e chiederemo di poterlo attuare subito. Altrimenti si rischia il lockdown delle scuole. Per cui cercherò di insistere con il provveditore in modo che i ragazzi che risultano negativi al tampone possano rimanere in classe». Parola d’ordine isolare in tempo i positivi e far proseguire la scuola a chi non è stato contagiato: «Si tratta di bambini sani - mette in chiaro il direttore dell’uls -. Non serve che ci sia una linea guida del ministero. Io trovo un positivo lo isolo. Poi vado in classe ed eseguo i tamponi. E’ permesso. Se nello screening trovo tutti negativi possono continuare a frequentare le lezioni. Credo che questa tesi possa reggere».
IL CASO
Esistono poi casi e casi. Come quello di una studentessa di un istituto di Vittorio Veneto al cui tampone risultato positivo non è scattato il conseguente isolamento dei compagni di classe. Per loro nessuna quarantena. A segnalare la situazione un gruppo di genitori preoccupati: «In questo modo si mette a rischio la sicurezza e la salute dei ragazzi - dicono -, delle famiglie e degli insegnanti» – dicono i genitori che per ragioni di privacy preferiscono rimanere anonimi». È stata la stessa studentessa ad informare la scuola e i compagni una volta ricevuto l’esito del tampone, al quale aveva deciso di sottoporsi a causa di un contatto stretto con un contagiato. Non ha sintomi, ma dovrà stare per 15 giorni in quarantena. La direzione scolastica non ha voluto rilasciare commenti. È stata l’usl a far sapere che “la carica virale riscontrata nella studentessa era bassissima” (quella che con la nuova metodologia risulta negativa), e quindi non contagiosa. Nessuna quarantena per i compagni dunque.
IL BOLLETTINO
Intanto nella Marca si registra un nuovo decesso, un anziano in una casa di riposo, che fa salire la conta dei morti dall’inizio della pandemia a 345 vittime. Trenta i nuovi contagi in provincia di Treviso, ma il numero complessivo dei positivi, rispetto alle scorse settimane, sta gradualmente scendendo: ad oggi sono 805 mentre 13 sono i ricoveri al Ca’ Foncello di Treviso, cui vanno aggiunti altri 16 all’ospedale di comunità di Vittorio Veneto.
Alessandra Vendrame
Elisa Giraud
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Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 21:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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