La riapertura della scuola: «Ingressi scaglionati dalle 8 alle 10: noi ripartiamo così»

Mercoledì 23 Dicembre 2020 di Serena De Salvador
Liceo a Treviso

TREVISO - Nel polverone che a due giorni dal Natale ancora avvolge il rientro a scuola per gli alunni delle superiori, una certezza ieri è stata raggiunta. La data non c'è ancora, ma per le prime due settimane dal ritorno fra i banchi buona parte dei plessi della Marca avrà ingressi scaglionati tra le 8 e le 10. Un punto fermo messo al termine dell'incontro svoltosi ieri fra Provincia, Provveditorato agli studi e l'azienda di trasporti Mom, necessario soprattutto a quest'ultima per organizzare un servizio in sicurezza nelle settimane e nei mesi successivi. «Lo avevamo chiesto e lo abbiamo ottenuto, almeno in parte dichiara il presidente di Mobilità di Marca, Giacomo Colladon. Ciò nonostante i problemi organizzativi restano moltissimi ed è inaccettabile che ancora il Governo non si sia pronunciato sulla data di ripresa».
L'ORGANIZZAZIONE

Dal Ministero fino ad oggi una sola è stata la certezza: le superiori riapriranno con il 75% degli studenti in presenza. Un numero che Mom e la Provincia hanno da subito ritenuto troppo alto, dal momento che a bordo di ogni autobus è consentito solo il 50% della capienza. Il Governo è però stato irremovibile perciò l'unica soluzione è stata scaglionare gli accessi. Nella Marca due saranno le situazioni nelle prime due settimane dopo il rientro: i plessi di Treviso, Lancenigo e Valdobbiadene continueranno a entrare fra le 8 e le 9 come a settembre, mentre a Conegliano, Vittorio Veneto, Montebelluna, Oderzo, Motta di Livenza, Pieve di Soligo e Castelfranco gli accessi saranno spalmati tra le 8 e le 10. Dopo i primi quindici giorni si potrà tornare all'orario tradizionale, anche se questo comporterà una serie di ricadute sul mondo della scuola e sul trasporto.
LE DIFFICOLTÀ

«L'entrata differenziata ci permetterà di calibrare i reali flussi e numeri di ragazzi che dovremo spostare aggiunge Colladon. Un passaggio fondamentale per capire realmente quanti mezzi saranno necessari per operare su tutte le tratte garantendo un servizio sicuro, con soltanto la metà dei posti occupati». La capienza ridotta comporta inevitabilmente la necessità di mettere in campo un numero maggiore di autobus. Più di quanti Mom ne possieda, tanto che già in autunno era ricorsa alle ditte private di bus turistici. «A oggi ne abbiamo reperiti sessanta, ma potrebbero servirne anche il doppio. Al momento non possiamo saperlo. Per questo serve un periodo di rodaggio prosegue il presidente. Resta il problema degli autisti: per il servizio scolastico servono autorizzazioni superiori a quelle per il turistico e le abilitazioni partiranno solo a fine gennaio. Per non parlare del sovraffollamento nelle autostazioni, che grazie agli ingressi scaglionati sarà lenito almeno in parte». Scorno notevole saranno però anche i titoli di viaggio: «Nessuna famiglia ha ancora fatto l'abbonamento, visto che non si sa nemmeno quando le scuole riapriranno chiude Colladon. Inoltre se i ragazzi avranno lezione in presenza alcuni giorni e a distanza in altri, la maggior parte viaggerà solo con biglietti singoli. Questo comporta già un ulteriore appesantimento del sistema, ma il dramma è che i bus turistici non hanno il sistema di validazione». In altre parole a bordo non ci sono le obliteratrici. Come riuscire dunque a certificare la validità di tutti i viaggi? «Ci stiamo attrezzando per dotare gli autisti di un sistema di obliterazione in via telematica, attraverso gli smartphone commenta ancora il presidente di Mom. Inutile negare che sarà un lavoro difficoltoso. Noi, la scuola e le istituzioni stiamo facendo tutto il possibile, ma abbiamo bisogno di chiarezza dal Governo. È inaccettabile brancolare ancora nel buio».
Serena De Salvador
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