«Scuole senza fondi»: i corsi di recupero li pagano i genitori

Dal Da Vinci a Mazzotti e Palladio: molti istituti sono costretti a chiedere contributi

Martedì 14 Marzo 2023 di Mauro Favaro
«Scuole senza fondi»: i corsi di recupero li pagano i genitori

TREVISO - Corsi di recupero a pagamento. Le attività per consentire agli studenti di rientrare dal “debito” (il vecchio “rimandato a settembre”) sono e restano aperte a tutti. Nonostante siano obbligatorie però, molte scuole, a partire dai licei, non ricevono più i fondi statali per pagare gli insegnanti impegnati su questo fronte. E così sono costrette a coprire il costo delle lezioni usando il contributo volontario versato dalle famiglie. I genitori, in buona sostanza, si pagano i corsi. Anzi, alcuni istituti stanno anche valutando la possibilità di chiedere una compartecipazione aggiuntiva proprio alle famiglie degli studenti con delle insufficienze in pagella, i “debiti appunto, per scongiurare il rischio di organizzare corsi di recupero ridotti all’osso. Altro che la famigerata carta igienica da portare da casa. Qui si parla proprio di lezioni. Con buona pace degli obiettivi originari: il contributo volontario, che nelle scuole come i licei si aggira ormai da tempo sui 100 euro l’anno, tra l’altro in media non versato dal 25% delle famiglie, era stato pensato solo per finanziare iniziative aggiuntive, extra-curricolari, cioè in più rispetto alle normali attività. Ma ad oggi la situazione è questa.

STRADA SEGNATA

Le difficoltà riguardano ad esempio il liceo Da Vinci di Treviso. Così come il liceo Giorgione di Castelfranco. Anche il turistico Mazzotti e l’istituto per geometri Palladio di Treviso devono fare i conti con le cifre messe a bilancio. E così via. Ad oggi, va specificato, le scuole non hanno ancora chiesto contributi aggiuntivi alle famiglie dei ragazzi con insufficienze. Se i rubinetti dei finanziamenti resteranno chiusi, però, la strada è segnata. «Ci stiamo ragionando. Altrimenti rischiamo di fare dei corsi non della qualità che vorremmo -spiega Mario Dalle Carbonare, preside del liceo Da Vinci- il punto è che per dar vita a corsi di recupero credibili bisogna tirare fuori dei soldi. Questi arrivavano dallo Stato, dato che in particolare i corsi di giugno sono obbligatori. Ma da qualche anno non vediamo più nulla. Così dobbiamo pagarli con il nostro bilancio. E in questo caso l’unica voce disponibile è il contributo dei genitori».

COSTI ONEROSI

Il costo complessivo dei corsi di recupero al Da Vinci è pari a circa 20mila euro l’anno. I ragazzi teoricamente potrebbero non seguirli, a fronte di una dichiarazione da parte dei genitori. Ma la prova finale è obbligatoria: se uno studente non si presenta, viene bocciato. «Pure se brevi, cerchiamo sempre di organizzare al meglio i corsi di recupero, usando anche il budget del potenziamento -sottolinea Dalle Carbonare- vale per i cosiddetti “Sportelli”, attività di recupero durante l’anno, così come per i corsi di recupero di giugno». Sulla stessa linea c’è Franco De Vincenzis, preside del liceo Giorgione di Castelfranco: «Organizziamo i corsi di recupero attingendo anche al fondo derivante dai contributi versati dalle famiglie -conferma- negli ultimi anni non abbiamo più visto finanziamenti dedicati a questo. Fortunatamente riusciamo a garantire le attività con fondi nostri». Si fanno i conti anche al turistico Mazzotti e all’istituto Palladio di Treviso. «Non abbiamo chiesto contributi aggiuntivi alle famiglie -specifica la preside Anna Durigon- per il momento abbiamo lavorato con le cifre messe a bilancio». Le scuole professionali, invece, possono generalmente contare su finanziamenti più corposi anche contro la dispersione scolastica. Un aspetto che, di fatto, ad oggi permette loro di non dover contare fino all’ultimo euro per le lezioni volte al recupero delle insufficienze.

Ultimo aggiornamento: 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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