Scambiato per scippatore, «Ma io a quell'ora lavoravo»: 25enne assolto

Sabato 23 Gennaio 2021 di Denis Barea
Scambiato per scippatore, «Ma io a quell'ora lavoravo»: 25enne assolto

PAESE - Quando si dice avere un alibi di ferro. Brayan Salvi, 25enne di Treviso, è a processo per un furto commesso nel luglio del 2015 in un parco pubblico a Paese e per aver fatto resistenza al carabiniere che cercava di fermarlo.

Fatto che il giovane dice però di non aver commesso perché a quell'ora si trovava al lavoro come carpentiere a 10 chilometri di distanza. Versione che è confermata anche dall'ex datore di lavoro. Allora, come è possibile che Brayan sia finito nei guai con la giustizia? «E' stato incastrato da un minorenne che evidentemente lo conosceva» dice l'avvocato Carlotta Venezia, che ieri ha assistito Salvi in sostituzione di Francesco Murgia, che è il legale di fiducia. 


I FATTI

Il 13 luglio del 2017, una donna in bici col figlioletto è nel parco di Paese e viene scippata della borsetta. Nei pressi del luogo in cui avvengono i fatti si trova però anche un carabiniere, che interviene prontamente. Nella confusione il militare dell'Arma riesce a bloccare il più giovane dei ladri, ma non l'altro, che scappa. 


L'ARRESTO

Arrestato e portato alla locale stazione dei carabinieri il più giovane dei due, di origine marocchina e all'epoca dei fatti 15enne, fa il nome del complice più grande: «Si chiama Brayan Salvi» dice ai carabinieri. «E da allora - dice il giovane Brayan - è cominciato l'incubo».

Nell'udienza di ieri del processo a suo carico viene però sentito il suo ex datore di lavoro, proprietario di una carpenteria a Villorba. «Io - spiega - firmo personalmente tutti i permessi che vengono dati alle maestranze e i cedolini paga che fanno riferimento alle ore effettivamente lavorate. Non c'è possibilità che Salvi possa essere stato assente in quell'orario, me ne sarei accorto dal foglio delle presenze». Da cui risulta infatti che il giovane, il 13 luglio del 2015, ha lavorato fino alle 17,30, termine dell'orario. Il giudice Carlotta Brusegan ha quindi disposto che venga sentito il minorenne, che sarebbe stato con lui e il cui procedimento davanti al Tribunale di Minori risulta ancora in corso. C'è infatti da capire perché abbia fatto il nome di Brayan Salvi, una persona che, dice confortato dalle testimonianze, in quel parco non hai messo piede.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci