Cugine uccise. La telefonata alla moglie, le bimbe ignorate, l'auto non intestata a lui: ecco le motivazioni della maxi condanna al bulgaro

Giovedì 14 Luglio 2022 di Cristina Antonutti
Dimitre Traykov
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CONEGLIANO - Lucido e freddo fino al punto di inviare la sua posizione via WhatsApp all'amico che aveva contattato per farsi riportare a casa. Un uomo che, dopo aver causato la morte di due giovani donne, è scappato passando accanto alla loro auto accartocciata senza «nemmeno degnarsi di verificare le condizioni della neonata e della sorellina sopravvissute». Il gup Monica Biasutti ha depositato le motivazioni della sentenza con cui due settimane fa ha condannato a 7 anni di reclusione Dimitre Traykov, l'imprenditore di Pordenone, origini bulgare, che il 30 gennaio ha causato in A28 la morte di Sara Rizzotto (26) e della cugina Jessica Fragasso (20) tamponando la loro Panda a 180 all'ora mentre era al telefono con la moglie.

Ha spiegato perché non ha potuto condannarlo anche per la guida in stato di ebbrezza e perché non gli ha concesso le generiche, ma solo lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato.

BAMBINE MIRACOLATE
Secondo la difesa, è una sentenza equilibrata. «Stiamo facendo approfondimenti - spiega l'avvocato Loris Padalino, che difende Traykov con il collega Gianni Massanzana - Ci sono delle questioni tecniche sulle quali contiamo di avere una rivalutazione della pena in appello». Nella sentenza del gup, Traykov ne esce a pezzi. Il giudice ricorda che quella sera l'urto fu talmente violento da deformare quasi completamente la Panda, scagliata a 125 metri dopo l'impatto contro il guardrail. La Land Rover Freelander dell'imprenditore finì a 225 metri dal punto d'urto, capovolta, tanto che i soccorritori lo cercavano nei campi credendo che fosse stato sbalzato lontano dal mezzo. Gli effetti dell'impatto sono stati così devastanti che il perito della Pm nella perizia si sorprende che le due figlie di Sara siano sopravvissute.

GUIDAVA TELEFONANDO
Dalle indagini è emerso che Traykov era al telefono con la moglie, una chiamata di 4 minuti e 22 secondi, cominciata a Villotta, dove l'uomo ha la sua azienda di trasporti, e terminata al momento dell'impatto, alle 19.40. Tre minuti dopo, alle 19.43, con un altro cellulare chiamerà di nuovo la moglie per farla mettere in contatto con un serbo che abita a San Vito al Tagliamento. È a lui che invia la propria posizione con un messaggio in cui appare la geolocalizzazione affinché andasse a prenderlo. «Una condotta riprovevole», scrive il giudice evidenziando che è fuggito «senza preoccuparsi dei feriti», non per via dello choc o del panico, «non si può parlare di una persona che vagava in stato confusionale». «È sgusciato dal suv allontanandosi immediatamente, senza badare all'alt dell'addetto di Autovie, scavalcano il guardrail» e facendosi venire a prendere. Alle 21.50 la Polstrada lo ha trovato nella sua abitazione a Pordenone.

L'ALCOLTEST
Quelle tre ore sono state a suo «vantaggio», perché l'alcoltest e gli esami fatti in ospedale non hanno permesso di risalire al tasso alcolemico che aveva al momento dell'incidente. È per questo che l'aggravante della guida in stato di ebbrezza è caduta. «Comunque - scrive il giudice - poco toglie all'inaudita gravità della condotta». Le generiche non le ha concesse per l'«assenza di qualsiasi elemento degno di una valutazione positiva». E poco conta per il giudice il risarcimento di 70mila euro elargito al padre delle bimbe, senza intestare alle piccole l'assegno e ottenendo come «contropartita la revoca della costituzione di parte civile». Negativamente è stata considerata la richiesta di «perdono tardiva» il giorno del processo. Se i precedenti per guida in stato di ebbrezza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e riciclaggio sono datati e non hanno permesso di contestare la recidiva, il gup ha ritenuto che fuga e omissione di soccorso giustifichino la revoca della patente. I risarcimenti? Al momento non sono valutabili perché l'auto non era intestata a Traykov. Alle famiglie Rizzotto e Fragasso sono state disposte provvisionali per 175mila euro: i risarcimenti li definirà il Tribunale civile.
 

Ultimo aggiornamento: 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA