Schengen e frontiera con l'Austria
chiusa, Unindustria: «Costa il 3%»

Giovedì 18 Febbraio 2016
Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria
1
TREVISO - Code di camion fermi al confine, autisti e carichi in attesa, documenti da controllare: scene di oltre vent'anni fa. Che però rischiano di tornare di attualità con la sospensione degli accordi di Schengen sulla libera circolazione di persone e cose in Europa. Per le nostre imprese, un aggravio economico: «Un'eventuale chiusura delle frontiere è sicuramente un problema: può rappresentare circa un 3% di costi aggiuntivi per le aziende», conferma Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso. Dopo i casi di alcuni stati scandinavi nei mesi scorsi, è ora l'Austria ad aver annunciato il blocco del trattato, di fronte alla processione di profughi provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente.

Gli imprenditori trevigiani sono in allerta: «Non c'è solo l'aspetto delle merci - ribadisce la leader degli industriali della Marca - abbiamo tantissime persone che viaggiano e lavorano a cavallo di Italia ed Austria o di altri paesi». I primi effetti della stretta sono già visibili, assicurano dall'associazione. «Ma non è niente rispetto a quanto potrebbe succedere se effettivamente decidessero di chiudere le frontiere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci