TREVISO - Sara Barattin, trevigiana, punto di forza del Villorba, è la giocatrice italiana con il maggior numero di presenze in nazionale. Il traguardo l'ha raggiunto sabato, a Exeter, contro l'Inghilterra, nel quarto turno del Sei Nazioni. Il cap numero 88, che le ha consentito di staccare l'ex compagna di club e di nazionale Michela Tondinelli (ferma a 87), è arrivato nella giornata più dura da digerire per il rugby italiano femminile, con una sconfitta molto pesante contro la quasi inarrivabile nazionale inglese. Un 55-0 al passivo che non lascia spazio a tanti commenti, ma di fronte c'era un'Inghilterra che è ormai a un passo dalla conquista del titolo e che non ha praticamente conosciuto avversarie in questa edizione del Sei Nazioni femminile.
TRA LE MIGLIORI DIECI
Per la Barattin, quello conquistato sabato è un traguardo importante, oltre che ambizioso e domenica, nell'ultimo turno della rassegna, a Padova contro la Francia, Sara potrebbe entrare nella Top Ten del Sei Nazioni, raggiungendo la scozzese Heather Lockhart al decimo posto con 89 caps. «Chiaramente c'è tanta soddisfazione per aver raggiunto questo ambizioso traguardo ammette Barattin frutto di una costanza e di una passione che mi hanno permesso un periodo così lungo in maglia azzurra». Quattordici anni in nazionale, dall'esordio del 7 aprile 2005, in coppa Europa contro la Germania, vinto con un netto 52-0, a sabato scorso, nel match contro l'Inghilterra. Ma quali sono i ricordi più belli di questo lungo percorso? «Due sono stati i momenti più felici, anche se uno fa parte di un'altra maglia azzurra. La qualificazione al mondiale a XV del 2017 è stata una cosa meravigliosa, ma anche la qualificazione al mondiale Seven, come ho detto, un risultato che magari conta relativamente con questi 88 caps, ma è stato pur sempre uno dei momenti più belli della mia carriera azzurra». Quali, invece, gli aspetti meno positivi? «Facile rispondere che alcune sconfitte sono state le cose peggiori, che poi possono essere state delle sconfitte pesanti ma anche delle sconfitte di strettissima misura che hanno lasciato tanta rabbia. Però, il fatto di non essere riuscita a partecipare prima a un mondiale, è probabilmente l'aspetto che ritengo personalmente più negativo».
LE OMBREPurtroppo, questo importante record è arrivato in una giornata difficile da digerire per il rugby italiano. «Indubbiamente era meglio arrivasse in un'altra occasione. Contro l'Inghilterra è stata una partita durissima, durante la quale abbiamo avuto pochi possessi e quando trascorri 80 minuti, o una buona parte di essi, a difendere, è chiaro che non puoi pensare di poter chiudere il match con un risultato positivo. Abbiamo anche avuto un paio di occasioni, purtroppo non le abbiamo sfruttate, buttando via le due opportunità più limpide che ci sono capitate nell'arco dell'intero incontro». Ora che è diventata l'italiana col maggior numero di presenze in nazionale, l'obiettivo sono i 100 caps: «Non lo so, per il momento non ci penso - risponde - L'obiettivo primario è un altro, la qualificazione ai prossimi mondiali. Poi, se sarò ancora in nazionale e riuscirò a tagliare anche questo traguardo, sarà una cosa molto bella. Vedremo, l'importante è continuare ad avere la passione per questo sport e divertirsi, perché se dovessero diminuire passione e divertimento, potrei anche decidere di smettere». Domenica c'è l'ultimo turno del Sei Nazioni contro la Francia, in palio il secondo posto: «Sarà un'altra sfida difficile, una battaglia molto dura, anche perché troveremo una Francia in forte crescita, l'unica che sia riuscita a tenere testa all'Inghilterra (sconfitta per 41-26 nella sfida diretta, n.d.r.), una squadra che verrà in Italia per centrare solo un risultato, la vittoria».
Ennio Grosso
Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 09:17
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Per la Barattin, quello conquistato sabato è un traguardo importante, oltre che ambizioso e domenica, nell'ultimo turno della rassegna, a Padova contro la Francia, Sara potrebbe entrare nella Top Ten del Sei Nazioni, raggiungendo la scozzese Heather Lockhart al decimo posto con 89 caps. «Chiaramente c'è tanta soddisfazione per aver raggiunto questo ambizioso traguardo ammette Barattin frutto di una costanza e di una passione che mi hanno permesso un periodo così lungo in maglia azzurra». Quattordici anni in nazionale, dall'esordio del 7 aprile 2005, in coppa Europa contro la Germania, vinto con un netto 52-0, a sabato scorso, nel match contro l'Inghilterra. Ma quali sono i ricordi più belli di questo lungo percorso? «Due sono stati i momenti più felici, anche se uno fa parte di un'altra maglia azzurra. La qualificazione al mondiale a XV del 2017 è stata una cosa meravigliosa, ma anche la qualificazione al mondiale Seven, come ho detto, un risultato che magari conta relativamente con questi 88 caps, ma è stato pur sempre uno dei momenti più belli della mia carriera azzurra». Quali, invece, gli aspetti meno positivi? «Facile rispondere che alcune sconfitte sono state le cose peggiori, che poi possono essere state delle sconfitte pesanti ma anche delle sconfitte di strettissima misura che hanno lasciato tanta rabbia. Però, il fatto di non essere riuscita a partecipare prima a un mondiale, è probabilmente l'aspetto che ritengo personalmente più negativo».
LE OMBREPurtroppo, questo importante record è arrivato in una giornata difficile da digerire per il rugby italiano. «Indubbiamente era meglio arrivasse in un'altra occasione. Contro l'Inghilterra è stata una partita durissima, durante la quale abbiamo avuto pochi possessi e quando trascorri 80 minuti, o una buona parte di essi, a difendere, è chiaro che non puoi pensare di poter chiudere il match con un risultato positivo. Abbiamo anche avuto un paio di occasioni, purtroppo non le abbiamo sfruttate, buttando via le due opportunità più limpide che ci sono capitate nell'arco dell'intero incontro». Ora che è diventata l'italiana col maggior numero di presenze in nazionale, l'obiettivo sono i 100 caps: «Non lo so, per il momento non ci penso - risponde - L'obiettivo primario è un altro, la qualificazione ai prossimi mondiali. Poi, se sarò ancora in nazionale e riuscirò a tagliare anche questo traguardo, sarà una cosa molto bella. Vedremo, l'importante è continuare ad avere la passione per questo sport e divertirsi, perché se dovessero diminuire passione e divertimento, potrei anche decidere di smettere». Domenica c'è l'ultimo turno del Sei Nazioni contro la Francia, in palio il secondo posto: «Sarà un'altra sfida difficile, una battaglia molto dura, anche perché troveremo una Francia in forte crescita, l'unica che sia riuscita a tenere testa all'Inghilterra (sconfitta per 41-26 nella sfida diretta, n.d.r.), una squadra che verrà in Italia per centrare solo un risultato, la vittoria».
Ennio Grosso
