SANT'URBANO - Quasi 20mila tonnellate di rifiuti in arrivo da Treviso, che sommate alle 50mila autorizzate a inizio 2021, occuperanno quasi metà dell'attuale capienza della discarica tattica regionale di Sant'Urbano. Il sito, di cui la Regione ha autorizzato il progetto di ampliamento, spalanca ancora una volta i cancelli per prestare soccorso alle altre province. Stavolta tocca appunto a Treviso: il consiglio di bacino Sinistra Piave ha dato il via libera a conferire fino a fine anno un massimo di 19.200 tonnellate di rifiuti urbani non differenziati e di rifiuti ingombranti, precedentemente trattati nell'impianto Sesa di Este.
L'ok è arrivato dalla Regione, attraverso un apposito decreto firmato il 17 marzo da Luca Marchesi, direttore dell'Area tutela e sicurezza del territorio e pubblicato il 30 aprile sul Bollettino ufficiale della Regione (Bur). Il bacino trevigiano aveva chiesto di poter conferire un quantitativo superiore: 22.800 tonnellate, tra cui residui della raccolta differenziata e ingombranti, oltre ai rifiuti indifferenziati. Ma gli scarti e i sovvalli, essendo rifiuti speciali, non possono essere autorizzati con un provvedimento regionale, mentre gli ingombranti potranno approdare a Sant'Urbano soltanto dopo un trattamento e una riduzione di volume di cui si occuperà Sesa.
Il tutto con la «complicità o nel silenzio assordante di tanti amministratori locali», che secondo i comitati Lasciateci respirare di Monselice e Lendinara e l'associazione L'Altra Este sono «troppo timidi nell'esprimere disappunto nei confronti del governo regionale». Per ora solo il Comune di Vighizzolo si è schierato contro il progetto di ampliamento della discarica che ne aumenta la capienza di un quasi un milione di metri cubi, ne allunga la vita di sette anni (fino al 2029) e ne innalza di 3 metri la copertura finale. Vighizzolo si è associato ai comitati nel ricorso, respinto giusto una settimana fa dal Tar del Veneto. Ma Comune e comitati stanno valutando la possibilità di fare ricorso al Capo dello Stato: «Continueremo a batterci per evitare questa sciagura che è una condanna ambientale con ricadute sulle future generazioni».