Moda, una crisi senza fine: i saldi non decollano, incassi ridotti del 20 per cento

Venerdì 6 Agosto 2021
I saldi non decollano

TREVISO - Federmoda Treviso: pronti i dati sul primo mese di saldi estivi. La situazione di crisi effettiva: il 72% dei negozi dichiara un calo dal 5 al 20%.

Colpa dei saldi anticipati rispetto allo scorso anno, colpa delle ristrettezze finanziarie e della generale situazione di incertezza economica. Ma l'indagine commissionata da Federmoda Treviso sui saldi dà un esito problematico. Il 42% perde ancora numeri rispetto al 2020, mentre dal 2019 sale al 72% il dato degli esercizi che dichiarano il segno meno nel saldo. Ad analizzare i dati è Guido Pomini, Presidente Federmoda Treviso. «Il settore è ancora immerso nella crisi pandemica, pesanti le conseguenze economiche e occupazionali».

IL SONDAGGIO
Per poter quantificare l'andamento dei saldi e la crisi di un settore sceso in picchiata dall'inizio della pandemia, Federmoda della provincia di Treviso ha concluso, tra fine luglio e inizio agosto, un sondaggio sull'andamento del primo mese di saldi estivi, chiedendo agli imprenditori associati un confronto tra quanto avvenuto nelle scorse settimane, lo stesso periodo nel pre-pandemia (2019) e post-pandemia (estate 2020 con contagi in netto calo). L'obiettivo del monitoraggio è stato quello di raccogliere i dati utili a proseguire quel percorso di valore sindacale e politico che mira a fare della valorizzazione dei saldi stessi e della loro definitiva regolamentazione un punto fermo. Un argomento delicato, che proprio negli ultimi due anni ha dimostrato tutta la sua criticità tra svendite antecedenti i saldi, regole per aggirare la norma e la calendarizzazione del 2021 che per molti commercianti è stata improvvida visto il perdurare delle chiusure dovuto alla pandemia. Il campione ha coinvolto i soci Federmoda del settore, operanti in sede fissa ed anche, in parte, attraverso e-commerce. Quanto ai risultati (si confrontino i grafici allegati), se rispetto al primo mese di saldi estivi dell'anno scorso (eccezionalmente iniziati ad agosto per la particolare situazione dell'estate scorsa) la situazione per quanto generalmente negativa è diversificata: in flessione per quasi il 47% del campione, in aumento per il 31,3%. Rispetto al 2019 (quindi nel confronto con lo stesso mese) la crisi del settore si palesa in tutta la sua evidenza: circa il 72% degli imprenditori dichiara una flessione delle vendite tra il -5 ed il -20% e solamente il 15,6% un contenuto miglioramento, tra il +5 ed il + 10%. Dati insomma che autorizzano a pensare che il trend resterà in negativo.

L'ANALISI
«Da questa semplice rilevazione - spiega il Presidente di Federmoda Guido Pomini - appaiono chiare alcune evidenze. La prima: il settore moda-fashion è ancora totalmente immerso nella crisi pandemica, segno che i consumi sono effettivamente cambiati e che c'è minore disponibilità di spesa nei consumatori. La seconda: l'anticipo dei saldi a luglio, concertato quest'anno con la speranza che aiutasse le imprese non ha risolto il problema come dimostra il confronto con l'anno precedente. Casomai ha ridotto i margini annui complessivi». Sull'anticipo, deciso dalle Regione per portare avanti una norma omogenea, le associazioni di categoria si erano da subito dette contrarie. I dati del sondaggio confermano i motivi di contrarietà. Ma l'analisi di Pomini va oltre. E pone il tema dei ristori, capitolo che ha visto la categoria in forte sofferenza. «Stiamo sostanzialmente vivendo la terza stagione consecutiva con segni meno, è quindi a rischio la sopravvivenza di una grossa fetta di imprese, con conseguenti ricadute occupazionali. I dati provinciali sono eloquenti, e non credo che si discostino molto dalle rilevazioni nazionali: servono politiche di sostegno e di prospettiva che concretizzino aiuti diversi rispetto a quelli che abbiamo ricevuto fino ad ora».
 

Ultimo aggiornamento: 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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