Rugbista scomparso sui monti: «Mi ero isolato per paura del Covid, volevo proteggere i miei genitori»

Lunedì 27 Dicembre 2021 di Cristina Antonutti
Francesco Minto
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PORDENONE - Un Natale in completo isolamento sotto il campanile di Val Montanaia, nelle Dolomiti friulane, per allontanare l'incubo contagio dopo un contatto a rischio. Era questo l'intento del rugbista veneziano Francesco Minto: «Volevo proteggere i miei genitori».

Rugbista disperso: cosa è successo

«Vado. Ci vediamo domani con calma», aveva scritto in un messaggio inviato il giorno di Natale quando si trovava tra Erto e Cimolais. Ma quel messaggio, colpa della mancata copertura delle rete telefonica, non è mai arrivato ai destinatari e l'ex azzurro la sera di Natale è stato dato per disperso. Familiari e amici si sono preoccupati. Il suo telefonino era irraggiungibile o scattava la segreteria telefonica. Anche la fidanzata, che lo aspettava a San Vito di Cadore, ha cominciare a temere il peggio.

Alle 20 hanno dato l'allarme e ieri mattina, verso le 11, hanno ricevuto il più bello tra i regali di Natale: Francesco era stato ritrovato sano e salvo.


Chi è Francesco Minto

Minto, 34 anni, nato a Mirano, 39 presenze in nazionale e ora allenatore dell'Arredissima Villorba, squadra femminile campione d'Italia, non si dà pace per la task force messa in piedi per le sue ricerche. Si sono mobilitati i carabinieri della stazione di Cimolais, i tecnici del Soccorso alpino della stazione Valcellina con 20 volontari, i Vigili del fuoco di Maniago con la squadra Saf e Tas. E ieri anche l'elicottero della Protezione civile e squadre del Bellunese. «Ringrazio tutti - afferma -. Quando li ho visti, mi sono reso conto di aver rovinato il loro Natale, mi dispiace molto. Hanno fatto il possibile per cercarmi, ma io non ero al corrente di nulla, ero isolato telefonicamente. Spero di poterli rivedere in altri contesti».


Dove è stato Minto?

Minto aveva lasciato il suo fuoristrada Land Rover Discovery color verde smeraldo in Val Cimoliana, inoltrandosi nonostante il divieto lungo la strada che porta al rifugio Pordenone. Aveva parcheggiato nello slargo di Pian Fontana e da lì si è incamminato verso il Campanile di Val di Montanaia, un percorso di 900 metri di dislivello fino a 2.060 metri di altitudine. Quando è arrivato sotto il pinnacolo simbolo delle Dolomiti friulane, si è reso conto che era troppo tardi per rientrare. L'unica soluzione era davanti a lui: il rosso bivacco Perugini. «Ero attrezzato, avevo la lampada e avevo da mangiare - spiega il rugbista - Mi sono attardato, stava per imbrunire e ho valutato che sarebbe stato troppo pericoloso scendere. Temevo di scivolare e di farmi del male, se fosse successo non sarei stato in grado di chiamare i soccorsi perché il telefonino non aveva campo. Ho preferito cercare riparo nel bivacco, dove ho trovato tutto ciò che serviva per trascorrere la notte. Con me avevo anche portato dei panini».

Non poteva immaginare che a valle, verso le 20, cominciava la mobilitazione. Le ricerche sono proseguite fino all'una di notte in Val Zemola, perché quella era la principale indicazione fornita dai parenti ai soccorritori. Ieri mattina, alle 6.30, le ricerche sono ricominciate spostandosi anche a Cimolais e con l'aiuto dell'elicottero della Protezione civile Fvg. Nel frattempo i vigili del fuoco di Belluno hanno passato al setaccio l'Alpago, dove si trova una casera di proprietà del giovane. E la Protezione civile comunale di Erto e Casso ha lanciato un appello su Facebook, pubblicando foto e generalità del disperso. Verso le 11 il sospiro di sollievo. Il fuoristrada è stato ritrovano nel parcheggio di Pian Fontana, poco distante è stato avvistato anche Minto.

Il telefono senza rete: impossibile inviare messaggi

Sono rari i punti in cui, in Val Cimoliana, i telefonini hanno campo. L'ultima localizzazione di Minto risaliva alle 11 del 25 dicembre tra Erto e Casso, poi il silenzio. «Quando sono arrivato alla sbarra (all'imbocco della pista forestale, ndr) - racconta - ho cominciato a ricevere notifiche». Il pomeriggio l'ha passato a tranquillizzare parenti e amici: «Alcuni stavano raggiungendo il Friuli per venire a cercarmi, fortunatamente sono stati fermati».

Ultimo aggiornamento: 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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