Rovinato dal Gratta & Vinci: in due
anni perde al gioco più di 50mila euro

Mercoledì 25 Luglio 2012 di Mauro Favaro
Soldi spesi per comprare i ticket del "Maxi-Miliardario"
TREVISO - Nel giro di un paio di anni ha perso al gioco oltre 50mila euro. Gettati nella febbrile rincorsa, a colpi di venti euro alla volta, al tagliando vincente del gratta e vinci "Maxi-Miliardario" che consente di portarsi a casa fino a 5 milioni di euro. Qualche ticket fortunato è pure spuntato, ma i soldi spesi per inseguire il sogno sono stati smisuratamente più di quelli incassati.



E così Giacomo, artigiano 58enne di Paese, è finito sul lastrico. E se il nome è di fantasia, per tutelare l'anonimato dopo che la dignità, come confessa lui stesso, si è già volatilizzata, i denari persi sono maledettamente veri. «Ho cominciato per caso, giocando con gli amici al bar e all'inizio qualcosa riuscivo anche a vincere, ma poi la rabbia di non riuscire a recuperare i soldi spesi mi ha fatto perdere la bussola fino ad arrivare a veder sfumare anche 750 euro al giorno per il Mostro (così chiama il "Maxi-Miliardario", ndr) -spiega-. Un giocatore pensa che la media delle vincite debba rimanere costante, ma non è così: sono arrivato a passare tutte le ricevitorie del centro e della periferia, perché qualcosa da parte ce l'avevo, ma ora ho perso tutto».



E per tutto si intende il lavoro, la famiglia e il futuro. «Dopo un sacco di anni da dipendente mi sono messo in proprio, ma ora non riesco più ad andare avanti e vivo grazie ai miei genitori, per fortuna ancora vivi, che mi danno una mano - ammette - La famiglia è andata a rotoli per colpa della situazione che stavo vivendo, e che a volte ancora vivo, e infine ho perso la faccia e la dignità». E chiedere una mano non è sempre facile. «Ho scritto a tutti, anche alla Lottomatica, che mi ha risposto dicendomi di smettere di giocare perché tanto i soldi persi non si recuperano. Ma se a me hanno detto questo perché non lo spiegano chiaramente a tutti? - si chiede Giacomo -. Invece la pubblicità del Monopolio, quel "Vinci spesso, vinci adesso", è sempre più incalzante. Ho anche provato a contattare qualcuno per risolvere la mia dipendenza dal gioco, ma mi sono sempre detto che smetto quando voglio e alla fine mi fermerò perché non ne avrò più, o al massimo sarò costretto a grattare i biglietti da 5 euro».



C'è stata anche l'idea di rivolgersi alle associazioni dei consumatori per avere giustizia davanti a uno Stato che, a suo dire, invece di tutelare i cittadini li invita a inseguire una fortuna che di fatto è irraggiungibile. «Ma per partecipare alla class action mi chiedevano un contributo e ho lasciato perdere», sibila. Qualcosa da parte, avendo iniziato a lavorare a 14 anni come dipendente prima e come artigiano poi, in vista della pensione, per fortuna ancora c'è. «Lo so che è colpa mia e che si può dire che me la sono solo cercata, ma questo non risolve il problema - chiude amaro -. Ho sempre lavorato, ma negli ultimi anni mi sono completamente svuotato. Anche questo può indurre al suicidio chi si ritrova con il portafoglio vuoto ed è sempre stato onesto».
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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