RONCADE - «Vederti a terra, sbalzato dalla moto, ci ha scossi. Abbiamo subito ripensato a quell'incidente, a quelle scene terribili...». Queste le parole della signora Antonella, la moglie dell'imprenditore Gastone Feltrin, vittima a fine giugno di un terribile incidente lungo la Treviso Mare: stava viaggiando in sella alla sua moto quando è rimasto strangolato da una fune di plastica utilizzata per la cura delle viti persa inavvertitamente da una trattore (guidato dal cognato) e rimasta impigliata al guardrail formando così una trappola mortale.
Il botto e la corsa
Antonella e il cognato hanno rivissuto quei momenti lunedì scorso quando, a poca distanza dalla loro abitazione, in via Per Monastier a Vallio di Roncade, il 28enne Riccardo Geatti ha perso il controllo della sua moto dopo aver centrato una buca sull'asfalto e finendo rovinosamente a terra. Sono stati momenti di paura. I componenti della famiglia Feltrin hanno sentito il botto e, come altri residenti, sono usciti a vedere cosa fosse successo. E hanno visto il ragazzo disteso. Hanno temuto il peggio. Il giovane però era dolorante ma vivo, e la moto schiantata ai margini della strada.
Ragazzo a terra
«Fortunatamente andavo piano e non mi sono fatto quasi niente, se non qualche botta e abrasione sulla pelle ma non parliamo dei danni alla moto - racconta Riccardo - quella signora è venuta subito a soccorrermi.
L'incidente con l'Aprilia
Tutto è capitato molto velocemente. Riccardo lunedì pomeriggio, in sella alla sua Aprilia Dorsoduro, aveva deciso di lasciare la Treviso Mare per evitare il traffico e i rallentamenti che in questi giorni rendono ancora più insopportabile anche il caldo. E, come fanno in tanti, ha preso una delle tante strade interne ritenendola più sicura: «Stavo procedendo a velocità normale quando con la moto sono finito in una buca lunga la strada. L'urto mi ha fatto perdere il controllo. Sono finito subito a terra, la moto invece ha proseguito da sola finendo fuori strada e addosso a un palo della luce. Per fortuna, oltre ad andare piano, indossavo oltre al casco anche le protezioni per la parte superiore del corpo. Questo mi ha salvato da guai peggiori. Il botto ha allarmato i residenti, che sono usciti a vedere cosa fosse accaduto. Uno di loro poi ha assistito alla scena: mi ha visto arrivare, prendere quella buca e volare per aria. Anche lui può ben testimoniare che non stavo affatto correndo».
Riccardo adesso vuole giustizia
«Ho intenzione di denunciare il Comune e di chiedere i danni. Ho già parlato con l'avvocato e con l'assicurazione. La mia moto è rimasta molto danneggiata, forse è possibile salvare solo una parte del telaio. Mi piange il cuore a vederla così. Ci saranno almeno seimila euro di riparazioni da fare. I residenti mi hanno detto che da tempo chiedono all'amministrazione comunale di riasfaltare quel tratto e di eliminare quella buca prima che qualcuno si faccia veramente male. A me è andata bene. A tutti i motociclisti raccomando di utilizzare sempre le protezioni quando viaggiano, sono fondamentali per la sicurezza».
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