«Sto male e la guardia medica non risponde da 3 ore», carabinieri allertati: scoppia la polemica e la dottoressa risponde su Facebook

Martedì 19 Aprile 2022 di Beatrice Mani
Guardia medica di Roncade, il post polemico
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RONCADE - Una cittadina di Roncade chiama la guardia medica il giorno di Pasqua, domenica 17 aprile, ma non riceve risposta: lo scrive sul gruppo Facebook "Sei di Roncade se" e si scatena il putiferio, al punto che qualcuno suggerisce alla paziente di avvertire i carabinieri e denunciare il fatto, e "qualcuno", a quanto si evince dal dibattito, i militari li avverte davvero. Intanto il dibattito sul social si fa sempre più acceso, fra accuse al personale medico, critiche e, saltuariamente, commenti più moderati, tanto che una delle dottoresse in servizio quel giorno, ovviamente una volta finito il turno di lavoro, risponde direttamente alla signora cercando di spiegare quanto accaduto. Si tratta di Barbara Zorzi, Medico di Continuità Assistenziale - ULSS 2.

Barbara ci mette la faccia, come si suol dire, e affronta il social, con tutto ciò che ne consegue: esporsi direttamente alla tempesta di commenti ma, per fortuna, anche a un abbassamento del tono della polemica.

Il post: la guardia medica non risponde

Ma partiamo con ordine, nel primo post la cittadina lamenta di non ricevere risposte dalla guardia medica, nel dettaglio: "Ho il Covid e sto male, 3 ore che chiamo al guardia medica e non rispondono: occupato e libero. Come mai?". Quello che segue è facilmente immaginabile, fra i commenti più duri ci sono: "Chiama i carabinieri e informali"; "quando uno prova 50 volte vuol dire che avranno staccato il telefono"; "Non rispondono quasi mai !!e se ti presenti ti dicono che non è vero !bisogna avvertire chi le da il lavoro !!". La dottoressa Zorzi interviene direttamente sotto il post, tentando di fare chiarezza e con una vena non poco polemica: "Mi dispiace per il disagio arrecatole. Ieri sera, io e il mio collega, siamo stati fuori sede per poco più di tre ore per tre visite domiciliare consecutive per cui siamo stati contattati proprio dal 118. Eravamo in compagnia dei carabinieri per due di queste, gli stessi che qualcuno ha simpaticamente chiamato per "denunciare" le mancate risposte al telefono e al citofono (facendo una pessima figura devo dire). Lei più di altri dovrebbe riconoscere che il servizio funziona, a qualsiasi ora del giorno e della notte, visto che alcuni di noi hanno avuto il piacere di aiutarla in situazioni di necessità. È un peccato dubitarne solo perché questa volta non abbiamo risposto al telefono essendo impegnati in altro". 

Qualcuno suggerisce di chiamare i carabinieri o il 118, la cittadina risponde "Fatto"

Il secondo post di risposta della dottoressa

Ma il 18 aprile la dottoressa Zorzi decide di produrre una replica ancora più complessa ed esaustiva, proprio per - lo si comprende leggendo il testo - provare a far capire agli utenti della guardia medica come si svolga e funzioni il proprio lavoro: "Buonasera a tutti. Mi chiamo Barbara Zorzi e sono uno dei medici che lavora in Continuità Assistenziale (ex guardia medica) a Roncade. Scrivo questo post in risposta agli ultimi post scritti negli scorsi weekend di lamentele e polemiche inerenti al servizio di guardia medica. Come premessa, ci tengo a precisare che questo non vuole essere un post atto a litigare tra di noi quanto a chiarire come funziona il nostro lavoro a chi probabilmente non lo sa. Onestamente, leggere continuamente lamentele e critiche mosse da persone che non sono al corrente del lavoro che facciamo quotidianamente, è svilente e offensivo.
In guardia siamo in 2 ogni turno; ci occupiamo di visite ambulatoriali su appuntamento, consigli telefonici e visite domiciliari".

Guardia medica, come funziona?

Prosegue così la dottoressa Zorzi in merito alla mancata risposta alle chiamate: "Cerchiamo sempre di organizzarci in modo che ci sia sempre qualcuno che risponde al telefono e questo succede il 90% del tempo. Il restante 10% prevede i seguenti scenari: un medico in uscita e uno in sede a rispondere al telefono, visitare pazienti e consegnare ricette/impegnative a chi suona il campanello oppure entrambi i medici possono essere impegnati in visite domiciliari (spesso urgenti e non differibili)".

Dare il cuore e fare tutto il possibile per offrire un servizio il più soddisfacente possibile è un obiettivo prioritario

Cosa è successo la sera di Pasqua

"Ieri sera, ad esempio, siamo stati fuori 3 ore per tre domiciliari, di cui per due scortati dai carabinieri (gli stessi che alcuni utenti hanno contattato perché noi non rispondevamo al telefono). Vi ricordo che siete comunque sempre tutelati dal 118 e dal pronto soccorso per prestazioni urgenti che non possono aspettare il nostro rientro in sede, per il resto basterà pazientare e riprovare più tardi (ma vi assicuro che queste cose succedono molto raramente). Non starò a dilungarmi nei dettagli perché non è necessario e nemmeno dovuto, ma dare il cuore e fare tutto il possibile per offrire un servizio il più soddisfacente possibile è un obiettivo prioritario per me e per tutti i miei colleghi".

Spesso le richieste e i modi non sono opportuni ma cerchiamo comunque di aiutare quante più persone possibili

Numero esagerato di telefonate


"In ultima, spesso la linea è occupata perché ci troviamo a gestire un numero esagerato di telefonate; spesso le richieste e i modi non sono opportuni ma cerchiamo comunque di aiutare quante più persone possibili. Vi assicuro che mai mai mai abbiamo pensato di staccare il telefono (e non è ovviamente mai successo) o di non rispondere al telefono lasciandolo squillare quando siamo in sede (mai successo nemmeno questo). Gestiamo un bacino d'utenza di circa 56 mila pazienti, può capitare che più di qualcuno tenti di contattarci nello stesso momento, trovando quindi occupato. Detto questo, spero di aver chiarito le idee ai più scettici e ai più mal pensanti, convinti che in guardia facciamo tornei di briscola anziché lavorare. Nessuno di noi si aspetta più gentilezza o gratitudine per quello che facciamo, ma rispetto ed educazione sì, com'è giusto che il paziente lo pretenda dal medico che ha davanti".

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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