Ristoro per il centro estivo, la sen. Fregolent: «L'ho donato a un'associazione»

Venerdì 26 Febbraio 2021 di Paolo Calia
la senatrice leghista Sonia Fregolent
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TREVISO «Ho già sistemato tutto. Ho donato il contributo all’associazione di volontariato Pradè». Sonia Fregolent, a bubbone scoppiato, ha spiegato così la sua richiesta di rimborso per i centri estivi del figlio. Lo ha detto a chi gli sta attorno e le chiedeva, non senza stupore, cosa fosse successo. Quei 240 euro ottenuti a fine gennaio come rimborso dal comune di Sernaglia, sono finiti all’associazione presieduta da Fabio Botton che si occupa della cura dei parco sul Piave. Insomma: non sono rimasti nelle tasche di chi, da senatore, si porta a casa 14mila euro ogni mese. Messa così la giustificazione più che di una secchiata d’acqua sul fuoco, ha l’effetto di una carica di benzina. Dentro la Lega più di qualcuno ha mugugnato: «Ma quale beneficenza. Se vuoi farla, la fai con i soldi tuoi e non con quelli del Comune».
Non è stata una giornata facile, quella di ieri, per la Fregolent. Impegnata a Roma nella discussione per la fiducia al “Milleproroghe”, è stata tra le prime a essere chiamata ad esprimere la propria preferenza. Gli echi di quanto stava accadendo a Treviso si sono però fatti sentire. Ma Fregolent, che oltre a essere consigliere comunale è stata primo cittadino di Sernaglia per due mandati dal 2009 al 2019 e ha sempre ricoperto ruoli di rappresentanza dei sindaci all’interno della Lega, si è lasciata scivolare tutte le critiche, le accuse piovute un po’ da ogni parte. Ha fatto il suo lavoro in aula per tutto il pomeriggio senza farsi distrarre. Attorno, intanto, le polemiche infuriavano. Lei si è limitata a spiegare il perché del suo gesto, che comunque lascia più di qualche dubbio. «Ho voluto sfidare il sindaco», ha confidato alla sua ristretta cerchia. E la sfida va spiegata. 
Tutto nasce dai rapporti burrascosi tra lei e il primo cittadino di Sernaglia, “colpevole” di voler essere troppo autonomo.

Una tensione interna che sta dilaniando la maggioranza. E la senatrice, a dicembre 2020, ha messo nel mirino il bando che assegnava i “ristori” per i maggiori costi sostenuti dalle famiglie che hanno mandato i figli ai centri estivi. Un bando, a quanto emerge, che la senatrice ha considerato sbagliato perché aperto a tutti, senza limiti dettati dalla situazione economica delle famiglie. Insomma: anche i ricchi avrebbero potuto approfittare. E lei lo ha fatto: «Voglio vedere se darà il ristoro anche a chi ha redditi come il mio». Detto, fatto. Qui però qualcosa non deve aver funzionato. Il ristoro è stato liquidato il 21 gennaio, ma la senatrice non ha mai parlato pubblicamente. Ha invece scelto di donare tutto in beneficenza. In silenzio. Gesto lodevole, ma fatto con i soldi della comunità.

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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