MASER Gli hanno offerto 2mila euro di ristori, ma assicura di averli rispediti al mittente.
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DETERMINATO
«Quei 2mila euro sono stati una presa in giro -racconta Yuri- e credo che scegliere di prendere quel che danno, come fanno un po' tutti, ragionando nell'ottica del piuttosto di niente, non abbia alcun senso, anzi sia controproducente. Così, preferisco dar fondo ai miei risparmi e continuare nella mia protesta». Che ha un prezzo anche per lui, dato il costo del gazebo, innanzi tutto. Ma anche l'impegno complessivo. Yuri è partito in autunno, portando all'esterno le sue macchine, poi ha affittato un enorme gazebo collocato nel parcheggio, adiacente alla palestra, che, ovviamente, resta chiusa. E lì a suon di musica ci si allena, cercando di superare, assieme, il periodo. «Credo di essere l'unico rimasto a svolgere questo tipo di attività -spiega- Di sicuro c'è qualcuno che lo fa nel Lazio o a Ferrara, ma credo che in quei casi si tratti di attività a pagamento. Io invece lo propongo gratis, perché è evidente che non posso dare tutti i servizi che vorrei fornire ai clienti e quindi non è giusto chiedere soldi». All'ingresso dell'enorme gazebo, però, c'è una cassetta, che spiega la situazione. «Ragazzi -si legge- vi ricordo che il nostro servizio è gratuito, ma siccome tanti di voi ci hanno chiesto di pagare, a questo punto abbiamo deciso di lasciare questa scatola chiusa dove chi lo desidera lascia in una busta chiusa quello che vuole».
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COLLETTA MORALE
Nessun obbligo, nessuna richiesta formale. Piuttosto, una sorta di colletta importante per andare avanti. Ma, ancor più, per il morale. Poi Yuri prosegue. «Avevo sospeso per le feste, convinto che poi saremmo tornati in zona gialla e avrei potuto riaprire. Così non è stato e quindi ho ricominciato la settimana scorsa. Al momento, dato che siamo in zona arancione e quindi non sono possibili gli spostamenti da un Comune all'altro, ho circa 30/35 persone al giorno, ma in passato siamo arrivati anche a 60, con sportivi che arrivavano da Padova e da Monselice. Riempivano l'auto e si sobbarcavano il viaggio». Sul motivo di una scelta che, al momento, sta rappresentando solamente un costo, dice: «Io mi sento in dovere di fare qualcosa per me ma anche per queste persone. Per il resto, non so più cosa pensare. So solo che continuerò fino alla fine a protestare, anche perché la soddisfazione che mi danno i clienti non ha prezzo. La palestra è una passione che non si può spiegare. Eppure se ne sono fregati e hanno deciso di tenerci chiusi ancora. Non si rendono conto che ci stanno distruggendo; non solo noi, però, anche i nostri clienti. Perché lo sport è prima di tutto salute». E conclude: «Io non ci sto e non mi arrendo. Continuo la mia battaglia contro questa decisione del governo. Il servizio è aperto a tutti, iscritti e non iscritti. A tutti quelli che desiderano fare palestra. Anche perché solo se siamo in tanti ci facciamo sentire e magari qualcuno ci darà retta».