Ristoratore avvertito prima del blitz della Gdf: finanziere nei guai

Domenica 28 Giugno 2020 di Alberto Beltrame
I controlli
TREVISO «Mio marito lavora in nero, al ristorante, ma il titolare gli ha detto di non andare al lavoro, perché ha saputo che sarebbero arrivati i finanzieri per un controllo». Parte dalle rivelazioni della moglie di un dipendente alla Fiamme Gialle l’inchiesta penale e amministrativa che, per il momento, si è tradotta in 12 mesi di sospensione dal servizio per un finanziere 55enne che lavora da più di trent’anni presso la guardia di finanza di Castelfranco. Il militare si sarebbe reso responsabile della rivelazione di notizie coperte da segreto d’ufficio. In pratica, prima di un controllo a carico di un ristoratore del Montebellunese, amico del 55enne, avrebbe avvertito il gestore dell’imminente arrivo dei colleghi che, in quella circostanza, una volta giunti nel locale, trovarono solo due dipendenti dietro al bancone, entrambi regolari. A provare la soffiata, oltre all’ammissione dello stesso ristoratore, ci sarebbero anche dei contatti telefonici tra i due. Che no fu un caso lo confermò anche un successivo accesso, programmato nella massima segretezza, venne accertata la presenza di ben quattro dipendenti che operavano senza contratto. E proprio per questo il gestore si lamentò con l’amico, stando a quanto riferito agli investigatori, di non essere stato avvisato.
LA DIFESA
«Io e il ristoratore siamo amici, questo è vero, ma soffiate non gliene ho mai date. Ci siamo sentiti al telefono per altri motivi, per organizzare la festa della Pro Loco, non per parlare dei controlli nel suo locale» controbatte però il finanziere, difeso dall’avvocato Alessandro Michielan dello studio associato Michielan di Mogliano Veneto. «Il mio assistito non faceva parte del corpo che ha portato a termine i controlli - spiega il legale -, ed è impossibile che sapesse dell’imminente operazione visto che il nucleo che se ne è occupato aveva programmato il blitz il giorno stesso. Inoltre deve essere fatta una distinzione tra il procedimento penale, tuttora in corso, e quello amministrativo, che di fatto stabilisce una sanzione, in questo caso la sospensione di 12 mesi, a nostro avviso eccessiva perchè basata solo su un semplice sospetto, e per il momento è ancora tutto da appurare».
IL RICORSO
Il tribunale amministrativo però, al momento, ha rigettato il ricorso presentato dai legali del finanziere che hanno lamentato la mancanza di “adeguati approfondimenti”, come quello ad esempio relativo all’assenza di denaro o do altre utilità offerte quali contro prestazioni per il favore ricevuto dal ristoratore che ha ammesso di aver beneficiato della segnalazione. Il Tar ha però respinto ogni eccezione, sottolineando che “il ricorrente deve ritenersi persona perfettamente in grado di percepire il disvalore della propria condotta” anche dopo essersi dato da fare per conoscere quali sanzioni sarebbero state comminate all’amico. 
 
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