Dal Veneto agli Usa: Bruno, l'eroe dei poveri che vuole cancellare la fame nel mondo col ristorante dei Vip

Lunedì 26 Ottobre 2020 di Angela Pederiva
Bruno Serato con Del Piero (a sin.)

TREVISO - E'  veneto, vive a Los Angeles, possiede un ristorante, è una leggenda. Un po’ come Alessandro Del Piero, di cui non a caso è un grande amico, condividendo con l’ex calciatore non solo il tifo per la Juventus ma pure l’impegno nella beneficenza attraverso le rispettive cucine, parzialmente riconvertite alla cottura di pietanze per i bambini bisognosi, anche e soprattutto durante la pandemia. E fra i due, in questo, il campione del mondo è Bruno Serato, figlio di emigranti e quarto di 7 fratelli, che inseguendo il suo sogno americano è arrivato a conquistare i titoli di cavaliere della Repubblica ed eroe della Cnn, oltre che la stima delle celebrità e una notorietà mediatica internazionale, capace com’è stato in quindici anni di donare 5 milioni di pasti: potenza della pasta, per tradurre il titolo del suo libro, consegnato perfino a papa Francesco.


LA FAMIGLIA
Serato, nato in Francia nel 1956, abita negli Stati Uniti dal 1980. «Per il quarantesimo anniversario avrei voluto fare una grande festa, ma a causa del Coronavirus ho dovuto rinviare quella e anche il mio viaggio in Veneto, dove solitamente tornavo ogni quattro-cinque mesi per salutare i parenti», confida.

Il padre Delio era trevigiano (di Vedelago) e la madre Caterina era vicentina (di Gallio), ma i Serato si sentono pure veronesi (di San Bonifacio), perché è nella terra del Soave che si stabilirono al rientro dalla Picardia nel 1967. «I miei genitori erano partiti nel 1951 – racconta Bruno – per andare a raccogliere patate e barbabietole. Eravamo poveri: stavamo in una casa priva di acqua corrente, ci vestivamo con gli abiti usati dei vicini. Ma la mamma è sempre riuscita a sfamarci con la pastasciutta, così come il nonno Giovanni durante la seconda guerra mondiale scendeva da Asiago con le pecore per dare il latte agli sfollati. Il senso del cibo l’ho ereditato da loro». 


LA FORTUNA
L’esordio assoluto nella trattoria di famiglia in paese, i primi turni nei locali di richiamo sul Garda. Ma la vita di provincia stava stretta a quel ragazzo che parlava il francese e voleva imparare l’inglese, «pensando che così avrei raggranellato qualche soldo in più durante la stagione». Ecco allora l’America conosciuta da lavapiatti, ecco poi la White House rilevata da proprietario, il ristorante di Anaheim che della Casa Bianca richiama l’architettura e il prestigio: fra i suoi clienti, Madonna e Sophia Loren, Gwen Stefani e Priscilla Presley. «Nel 2005 era venuta a trovarmi la mamma – ricorda Serato – e l’avevo portata a visitare un “Boys & girls club”, uno dei centri che ospitano ragazzini disagiati. Ce n’era uno, di 7 anni, che per cena aveva solo un sacchetto di patatine. “Preparagli subito una pastasciutta”, mi ordinò lei. Così è iniziata l’avventura del “Caterina’s Club”». Un’organizzazione caritatevole animata da dieci persone, «sette ai fornelli e tre al volante», che ogni giorno cuoce e smista migliaia di piatti: «Ovviamente pasta, ma anche carne, pesce, verdura, frutta, pane. Una grande fortuna è stata diventare amico dei Barilla, che periodicamente mi regalano quintali di pasta e sughi. Prima del Coronavirus servivamo 90 strutture in 30 città, ma molte ora sono chiuse, allora distribuiamo i pacchi alle auto in coda. La povertà è aumentata molto per via della pandemia: siamo saliti da 25.000 a 80.000 pasti a settimana. Gli 80 alberghi della nostra zona, che lavoravano soprattutto con i congressi e Disneyland, sono stati chiusi. Molti lavoratori hanno perso il posto e non riescono a pagare l’affitto, per cui si riducono a vivere nei motel, stipati in stanze piccole e senza cena. Così abbiamo ampliato l’attività dell’associazione, aiutando finora 225 famiglie a trasferirsi in vere case: noi paghiamo la caparra ai genitori che hanno dei bambini, dimostrano di voler lavorare e risultano negativi al test antidroga. Basta veramente poco per cambiare la vita delle persone». 
IL MESSAGGIO
È questo il messaggio che Serato ha trasmesso a Del Piero: «Per me, juventino, era già un idolo. Ma da quando Ale ha aperto il suo No.10 a Beverly Hills, dove presto speriamo di poter portare una cinquantina dei miei bambini, siamo diventati molto amici e ho scoperto che è un ragazzo dalla classe enorme e dalla gentilezza impressionante, una persona da “10+”. Ci vediamo molto spesso a cena, tre volte anche la scorsa settimana. Lui gradisce il mio risotto con i funghi e il filetto, io apprezzo il suo prosciutto crudo italiano e la cotoletta. Quando ha iniziato a donare i pasti all’ospedale pediatrico, mi ha chiesto qualche consiglio: “Tu fai cose enormi, io piccoline...”. Gli ho risposto che l’importante è fare, non conta quanto. Del resto il mio sogno è quello di riuscire a vincere la guerra contro la fame nel mondo». Serato ne avrebbe anche un altro, probabilmente più facile da realizzare: «Vorrei tanto conoscere Mara Venier, veneta come me. E, mascherina o no, darle un grande bacio...». Nell’attesa, “mister Pasta” mette su l’acqua. «La mia preferita? Spaghetti aglio, olio e peperoncino: quelli non me li leva nessuno». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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