L'Incontro, il ristorante ha compiuto 50 anni, i segreti dei Vip a tavola

Venerdì 3 Aprile 2020 di Elena Filini
Giacomino Benvegnù
Giancarlo Gentilini? Era la gioia. Il cicheto in piedi, antesignano del lunch, il bicchiere di vino e via. Dino De Poli? «Un costruttore gastronomico". Cinquant’anni solo rimandati per l’Incontro. E un tavolone ingombro di immagini. Sono 20mila foto che raccontano un trentennio ruggente. Fino al 2005. Poi l’era dei telefonini ha spazzato via i ricordi cartacei, ma non l’affetto dei clienti. Giacomino Benvegnù ieri avrebbe dovuto essere il sultano riverito da generazioni di aficionados nelle celebrazioni ufficiali per i 50 anni dell’Incontro, lo storico locale di porta Altinia. E, almeno in senso metaforico, duettare con Mal. Invece è chino sul tavolone del locale ad archiviare fotografie. Da regalare non appena la quarantena sarà finita. Il primo appuntamento, la Pasqua in famiglia. 

LE STORIE 
 Quel tavolo pieno zeppo di fotografie può raccontare la storia di molte famiglie di Treviso. Una spece di diario per immagini di tante vite, colte nelle piccole spensieratezze o nei dolori. "E’ un lavoro che posso fare solo io: per fortuna ho buona memoria. Così imbusto e sul retro metto nomi e cognomi. Ai clienti daremo tutto appena si potrà riaprire. Ecco che spuntano foto di coppie. «Magari sono già separati» sorride Benvegnù. Poi famiglie, matrimoni, tante aziende, gli ospiti orientali della camera di commercio. Emigranti e gruppi da Australia e America, e tutto il belmondo del teatro dell’epoca Mazzarolli. "Eh Poldo che signore! Quando stava poco bene gli facevo la zuppa alla pavese. Sennò la paillard. Raffinato, pensatore, e ponderatore. Parlavamo di tutto. A volte mi chiedeva un giorno per potermi dare una risposta. Ci devo pensare su. Magari erano anche cose banali!». Ai tavoli dell’Incontro sono passati tutti i sindaci di Treviso: da Gigi Chiereghin a Bruno Marton, a Gianfranco Gagliardi e Vittorino Pavan. “Gentilini ha l’osteria nel Dna. Lui mangia in piedi e in modo veloce”.
Ma tra i frequentatori, all’epoca della Presidenza alla Provincia anche l'attuale governatore Luca Zaia. “Lui ama la pasta ai quattro formaggi. Ma ora di tempo per mangiare non credo proprio che ne abbia. Anche perchè ha sempre la mascherina. E’ un buon guerriero!”.
All'ex sindaco Giovanni Manildo ha curato anche il pranzo di nozze.
“Catering al Castello Giol. Il piatto per cui andava matto? I fiocchetti al gorgonzola”.
Il mondo dell’industria andava invece più sul sostanzioso. “Chiedevano il must dell’Incontro gli spaghetti alla sbrinsolona, leggermente piccantini. Poi il rognoncino di vitello trifolato”.
Un chilo di foto almeno sono quelle riservate ai Benetton. “In genere erano piuttosto salutisti: cose leggere, verdurine. Carlo amava molto il carpaccio. Ma la vera buongustaia era nonna Rosa”. La capostipite arrivava spesso a pranzo con Barbara, la primogenita di Gilberto. “Amava la zuppetta, il filetto di branzino o la scaloppina di vitello. E alla fine sempre ananas. Sapeva mangiare nonna Rosa. E alla fine mi dava i voti”.
Più di struttura Bepi de Longhi. “Amava il fegato alto al sangue alla De Poli”.
Dino De Poli è stato uno di maggiori contributors dell’Incontro. “Un costruttore gastronomico. Non solo perchè negli anni belli abbiamo fatto tanti ricevimenti, ma perchè era davvero forte a tavola”. Palato robusto, amava il fegato alto ma anche la pasta. “La sua preferita in assoluto: spaghetti al tonno con cipolla rigorosamente cruda”.
Pasti decisamente più misurati per Paola Borbone e le star del teatro. “Lei mangiava pochissimo: arrivava con la veletta, distinta, elegante, col bastone da passeggio. Ma noi sapevamo che era stata la prima italiana ad essere apparsa a seno nudo”.
Insomma una foto, una faccia, un gusto. Quante cose si possono capire delle persone guardando nel piatto. 
Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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