Caro energia, chiudono le stalle: "Così i formaggi tipici rischiano di sparire"

Martedì 5 Aprile 2022 di Mauro Favaro
A rischio la produzione di formaggi tipici
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I formaggi tipici rischiano di scomparire. C’è sempre meno latte. La causa sta nell’aumento dei costi di produzione, tra materie prime e caro-energia. Gli allevatori oggi spendono di più rispetto a quanto guadagnano. Tanto che qualcuno ha iniziato a chiudere le stalle, macellando le vacche e vendendo il foraggio. Se non si corre ai ripari, sugli scaffali dei supermercati resterà solo il latte prodotto all’estero. E si dovrà dire addio ai prodotti tipici del nostro territorio. «Le situazione è drammatica. Per la prima volta registriamo una diminuzione della produzione di latte – avverte Federico Caner, assessore regionale all’agricoltura – i costi di produzione sono schizzati alle stelle. Attualmente agli allevatori produrre un litro di latte costa 51 centesimi, a fronte di 41 centesimi percepiti dalla grande distribuzione o dagli intermediari. Significa perdere 10 centesimi per ogni litro. Per una stalla media vuol dire tra i 20mila e i 25mila euro al mese».


STALLE CHIUSE
È uno degli effetti della crisi esplosa dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Il risultato è che a molti conviene fermarsi. «Il settore zootecnico è in ginocchio. Gli allevatori stanno chiudendo le stalle a causa dell’aumento dei costi. Senza contare che non si trovano mangimi e fertilizzanti. Ma chiudere una stalla vuol dire non riaprirla più – continua l’assessore – questo comporterà la sostituzione del nostro latte nei supermercati con quello di Germania o Francia, che continuano a produrre. Non solo. L’andamento attuale è destinato a far completamente sparire i formaggi tipici, che per essere tali devono essere fatti con latte veneto». Il riferimento è a eccellenze come il Piave, il Grana Padano, il Morlacco, il Bastardo e tutti gli altri formaggi Dop e Igp. Come se ne esce? La Regione chiede al governo di utilizzare gli strumenti già visti durante l’emergenza Covid. «Servono diverse misure. La più importante è quella relativa alla necessità di infondere liquidità nelle aziende, con contributi immediati e a fondo perduto. Le imprese in difficoltà devono essere sostenute – mette in chiaro Caner – chiediamo l’applicazione della stessa misura usata nell’emergenza Covid, prevedendo dei finanziamenti in base alle dimensioni delle imprese. Senza troppe scartoffie: bisogna fare presto» Al momento si parla di una disponibilità dall’Unione Europea pari a circa 50 milioni per tutta l’Italia. «Ancora troppo poco – sottolinea l’assessore – è necessario rivedere la Politica agricola comune (Pac). Non si può aspettare che le stalle chiudano i battenti».


BOTTIGLIE E IMBALLAGGI
Le cose non vanno tanto meglio nemmeno sul fronte del vino. Anche qui gli aumenti ormai non si contano più. In particolare quelli riguardanti bottiglie e imballaggi. Nello specifico si parla di incrementi dei costi pari al 15% per le bottiglie, 35% per gli imballaggi, 20% per le gabbiette e 30% per le capsule. Il balzo dei prezzi del gas ha fatto quadruplicare le spese per le industrie del vetro. E’ nato proprio da questi numeri l’incontro tra i produttori e l’industria del vetro promosso da Assindustria Venetocentro. L’obiettivo è ridurre l’impatto degli aumenti. L’argomento è stato al centro del confronto andato in scena a palazzo Giacomelli tra Giovanni Taliana, delegato di Assindustria Venetocentro al coordinamento gruppi merceologici e filiere; Armando Serena, presidente del gruppo vinicolo; i vicepresidenti Stefano Bottega e Settimo Pizzolato; Giorgia Giacchetto, presidente del gruppo vetro; i rappresentanti di O.I. e Vetri Speciali, produttori di vetro cavo. «Solo con un sacrificio equamente distribuito si può dare un effettivo sostegno all’intera filiera del Prosecco – tirano le fila Serena, Bottega e Pizzolato – cerchiamo di far quadrato con il comparto delle vetrerie e con quello degli imballaggi per sterilizzare una parte degli aumenti. C’è poi interesse a valutare la possibilità di creare gruppi d’acquisto per ottenere quotazioni più favorevoli. E abbiamo anche valutato l’ipotesi di creare bottiglie con minore quantità di vetro, che garantiscano la stessa sicurezza di quelle più pesanti ma con costi inferiori». Altrimenti anche il costo del Prosecco continuerà ad aumentare.

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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