Inchiesta sui test rapidi, Rigoli sul progetto Tessere: «Non bisogna fermarsi se uno è convinto di aver fatto le cose fatte bene»

Mercoledì 1 Marzo 2023 di R.T.
Inchiesta sui test rapidi, Rigoli: «Non bisogna fermarsi se uno è convinto di aver fatto le cose fatte bene»

TREVISO - «Quando si percorrono strade innovative come questa, bisogna mettere in conto che può accadere che si paghino; però non bisogna fermarsi se uno è convinto di aver fatto le cose fatte bene. Anche se si viene attaccati e si perde la fiducia, se si crede in quello che si fa si deve andare avanti. Fine della storia». Roberto Rigoli, direttore dei Servizi sociosanitari dell’Usl 2, parlava del nuovo progetto “Tessere”, presentato ieri 28 febbraio a Vedelago, e alla fine è emerso un parallelo con la vicenda personale che lo vede indagato a Padova per i test rapidi in Veneto, la cui attendibilità è stata messa sotto accusa. Non è stata l’unica cosa notevole detta da Rigoli, che ha spiegato ai presenti che Tessere potrebbe essere «una sperimentazione, una prova per gli ambiti», che in un futuro non lontano diventeranno i referenti dei progetti sociali al posto dei Comuni. «Io sono l’ultimo dei direttori sociosanitari - ha spiegato - Dopo di me non ci saranno altri perché cambierà l’organizzazione.

Quindi questo progetto ha valore perché vi allena, perché vi prepara».

L'iniziativa "Tessere" che cos'è e come funziona

Ma cos’è esattamente Tessere? Il progetto è stato fortemente voluto dai Servizi sociali dell’Unione della Marca Occidentale, che raggruppa i Comuni di Loria, Resana, Riese Pio X e Vedelago - e le cooperative sociali Una Casa per l’Uomo, Kirikù e L’Incontro, attive da anni a promuovere il lavoro di rete. Tessere prevede lo sviluppo di azioni di rete in ogni singolo comune, e di attività dal respiro sovracomunale, promuovendo una protezione sociale diffusa con particolare cura per le persone in condizioni di vulnerabilità. «Il nostro territorio – afferma Cristina Andretta, sindaco di Vedelago - vuole essere un laboratorio di sperimentazione del lavoro di rete per realizzare concretamente la co-programmazione e la co-progettazione territoriale tra enti pubblici e soggetti del terzo settore. Un percorso che ha la sua genesi con la costituzione dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale, individuando il Sociale come uno dei primi settori a essere coinvolto». Il post-pandemia ha messo in evidenza fragilità storiche, nuove situazioni di disagio e un tessuto territoriale a volte frammentato e disgregato che ha richiesto, ai vari attori che si occupano di welfare, di collaborare. «Il progetto è nato dal confronto tra operatori pubblici e del privato sociale – ha spiegato la responsabile dei Servizi Sociali dell’Unione, Fiorenza Cecchetto – vuole guardare oltre i singoli interventi e servizi sociali, oltre il singolo professionista o ufficio». «Tessere parte da una collaborazione già in essere tra le tre cooperative - aggiunge il presidente di Kirikù Mauro Gazzola - che negli anni hanno gestito in sinergia diverse progettualità, restituendo al territorio un importante valore aggiunto». Il progetto apre a un processo comunitario attraverso occasioni formative e di confronto sui temi dall’abitare, educare e includere. «Il progetto Tessere mette insieme Comuni, cooperative sociali e volontariato - ha aggiunto Rigoli - per avviare quella sinergia che rappresenta l’unica strada da percorrere per cercare di arginare i danni provocati dalla pandemia. Oggi riscontriamo uno stato di cose segnato dall’irritabilità e dallo scontro, un atteggiamento che non c’era prima della pandemia; tanto che oggi si inizia a trovare qualche spiegazione scientifica. Stanno dimostrando che c’è anche un’azione diretta del virus a livello neuronale. Il risultato ha portato a una situazione di allarme sociale che va affrontata, con progetti di aggregazione».

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