Da Castelfranco e Spinea: parla veneto la cucina della Val Badia

Lunedì 14 Marzo 2022 di Andrea Ciprian
Enrico Vespani e Fabio Targhetta

Parla anche veneto e non solo ladino il fine dining in Alta Badia. Fabio Targhetta, originario di Castelfranco, e Enrico Vespani, nato a Spinea, da tempo si sono conquistati un ruolo di primo piano nel panorama enogastronomico della valle altoatesina con i loro due locali: il rifugio Col Alt e il più recente ristorante Ostì.
Il primo a trasferirsi sulle Dolomiti è stato Fabio, approdato lassù nel 1978, a 18 anni, per fare la sua prima stagione in un albergo. Oltre al lavoro trovò anche l'amore: si invaghì di un ragazza del posto, maestra di sci, che poi diventò sua moglie. Un altro incontro fondamentale fu quello con Erich Kostner, pioniere del turismo invernale in Alta Badia: fu lui ad affidargli nel 1998 la gestione del rifugio Col Alt che da allora continua a condurre con successo. In questo locale, situato nell'omonimo colle che domina Corvara, nel 2007 è iniziata la collaborazione con Enrico. I due, in realtà, si erano conosciuti l'estate dell'anno prima in Sardegna per una curiosa serie di casualità.
Allora Enrico era un allievo di Alberico Penati, chef all'Harry's Bar a Londra e anche consulente in Costa Smeralda del Fiat Playa di Lapo Elkann.

Nelle sue trasferte mediterranee il celebre cuoco era solito portare con sé alcuni dei giovani più promettenti e così fece con Enrico. Caso volle che proprio quell'estate il Col Alt fosse chiuso perché erano in corso i lavori per sostituire la vecchia seggiovia che lo raggiunge da Corvara con l'attuale cabinovia. Fabio era inusualmente libero ad agosto e raccolse l'invito di Penati di fare un'esperienza al Fiat Playa: lì i due ristoratori veneti si conobbero e l'intesa fu immediata.


IN MONTAGNA

Dopo una tappa a Parigi al Capriccio dell'hotel Le Royal Monceau, interrotta dalla chiusura per i profondi lavori di restauro della struttura, Enrico raggiunse Fabio al Col Alt per poi trascorrere un paio d'anni alla corte di Norbert Niederkofler, nella vicina San Cassiano, dove affinò la tecnica e le capacità organizzative. Il ritorno definitivo al Col Alt segnò un punto di svolta per il locale. La premiata ditta Targhetta Vespani, il primo in sala il secondo ai fornelli, pensò di uscire dai canoni del classico rifugio di montagna. Vollero proporre in quota a 2000 metri di altitudine precisi l'offerta di un vero ristorante, curando in particolare la scelta delle materie prime, la presentazione dei piatti, la selezione di vini e il servizio.
Nel 2017 inaugurarono l'Ostì, la loro seconda insegna in centro a Corvara che si distingue dal Col Alt per una cucina più creativa: Enrico fa quello che gli piace, senza limitazioni, Fabio cura la cantina dando precedenza a piccoli produttori che siano veri artigiani del vino, con focus sui nuovi vignaioli figli di contadini che prima conferivano alle cantine sociali.


LE DEGUSTAZIONI

L'Ostì è anche sede di degustazioni ed eventi come Assembramento responsabile, rassegna che si sviluppa in una serie di cene a quattro mani, realizzate in collaborazione con amici cuochi e ideate nei periodi di lockdown. Sono già passati di qui, tra gli altri, Alberto Toè (quando era alle Cementine nella tenuta Ca' Tron di H-Farm) e Giacomo Sacchetto (da La Cru, insegna stellata a Romagnano, nel Veronese). Questo sabato toccherà a Claudio Melis (In Viaggio, Bolzano, 1 stella Michelin) per l'unico appuntamento dell'inverno. E la prossima estate sarà la volta di Piergiorgio Siviero (Lazzaro 1915, Pontelongo, 1 stella Michelin).

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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