TREVISO - «Fai sesso con me o racconto a tutti che fai uso di droghe».
LE MOLESTIE
All'origine della vicenda la gelosia di lui. Un'ossessione che sarebbe costata al 40enne il suo rapporto con la donna. Secondo l'accusa, una volta rifiutato, avrebbe scatenato una campagna persecutoria ai danni della 38enne del capoluogo. È arrivato a bloccarle le telefonate in uscita e a fare lo stesso con tutti i suoi contatti. Ma non basta: secondo la Procura il desiderio di mantenere uno stretto controllo lo portava anche a interminabili appostamenti al di fuori del luogo di lavoro della sua vittima. Un comportamento a cui la donna dapprima non fa troppo caso ma che poi la spaventa, costringendola a cambiare abitudini, orari di uscita e di entrata e percorsi.
IL PROCESSO
È a questo punto che il 40enne avrebbe fatto scattare la trappola del ricatto, utilizzando delle informazioni molto personali sulle abitudini della donna, intimandole di voler continuare ad avere rapporti sessuali. «Fai sesso con me le ha intimato o racconto a tutti che sei una drogata». Era un bluff ma rendeva chiaro che lui non si sarebbe fermato davanti a nulla. A quel punto la vittima ha deciso di cercare aiuto, rivolgendosi prima ad alcuni amici e poi alle forze dell'ordine, presentando la denuncia. Nel processo, in cui il persecutore era difeso dagli avvocati Alessandro Corsi e Alessandro Grandi, la donna si era costituita parte civile assistita dall'avvocato Stefano Pietrobon. L'aver scelto il rito abbreviato ha consentito all'imputato di poter godere di uno sconto pari a un terzo della pena detentiva.
De.Bar.