Fine di un’epoca lungo il Sile: addio all’arte del Festival Anthropica in Restera

Venerdì 20 Maggio 2022 di Brando Fioravanzi
Fine di un’epoca lungo il Sile: addio all’arte del Festival Anthropica in Restera

TREVISO - La data di oggi ha segnato la fine di un’epoca lungo il Sile. Dopo ben sette anni di promozione dello sviluppo culturale e sociale della città, oltre che di valorizzazione del paesaggio urbano lungo la Restera, il Festival Anthropica ha deciso di chiudere per sempre i battenti lasciando ai posteri l’eredità artistica del museo a cielo aperto del Restera Art District. Una decisione sofferta quella presa da Michele Zappia, presidente dell’associazione La Pulperia, ma maturata dopo essere sostanzialmente rimasto solo alle redini del noto progetto artistico che dal 2015 ha contribuito ad animare la vita artistica e culturale da Treviso a Silea, in particolare con la realizzazione di numerose opere d'arte urbana lungo Via Alzaia e i sottopassi cittadini, tra cui le raffigurazioni delle carte da gioco trevisane dipinte secondo la tradizionale tecnica dell’affresco.

«Purtroppo, l'impegno necessario per organizzare eventi come questo, insieme alla mancanza di ulteriori prospettive di crescita e sviluppo del progetto, ci ha portato a prendere la decisione di porre termine a questo bellissimo percorso» dichiara Zappia. Grazie agli artisti volontari di Anthropica la Restera, da sempre uno dei luoghi più affascinanti ed amati della città, è nel tempo diventata un percorso artistico che unisce al fascino del paesaggio fluviale la bellezza ed i colori dei murales e delle installazioni. «L’arte urbana ha rappresentato fin dall’origine il principale mezzo d’azione ed espressione del festival – continua Zappia - Sia perché consente con mezzi limitati di riqualificare e abbellire il territorio, sia perché diffonde l’arte e la cultura nella vita quotidiana.

Anthropica ha voluto difatti unire l’approccio artistico e creativo con uno “antropologico”, mettendo al centro l’essere umano e i suoi spazi».

Organizzare un festival come questo richiede però dedizione e sacrifici che si protraggono per tutto l’anno. Sebbene non compensato economicamente, in quanto basato sul contributo volontario degli organizzatori, il lavoro di organizzazione e manutenzione è sempre stato di natura quasi professionale quanto a impegno, responsabilità e competenze, alcune delle quali di alto profilo ed esperienza. Sulla decisione di cessare definitivamente l’attività artistica è quindi pesato sia il discorso economico che una mancata progettualità futura condivisa con le Istituzioni. «Purtroppo, le nostre risorse sono assai limitate - sottolinea Zappia - Più di così, in queste condizioni, sappiamo che non è possibile fare. Abbiamo più volte cercato un contatto sia con l’Amministrazione Manildo che con quella Conte, con l’obiettivo di realizzare il sogno di un museo a cielo aperto fino al Cavallino, ma dalle parole non si è mai passati a fatti concreti. Se però negli anni è cresciuto il fascino e l’interesse che le persone mostrano per la Restera, testimoniato anche dal flusso sempre maggiore di turisti oltre che dagli enormi investimenti immobiliari e dall’accresciuto valore degli edifici che su essa si affacciano, in parte è grazie ad Anthropica».

Insomma, gli artisti si sono sentiti lasciati soli dalle Istituzioni locali e, in un periodo di crisi come quello pandemico, senza un effettivo aiuto da parte loro in futuro sarebbe stato impossibile mantenere la sostenibilità economica del progetto, perché la sola passione non sempre basta per realizzare i propri sogni. Un po’ come accaduto con l’associazione culturale TRA (Treviso Ricerca Arte) che negli scorsi mesi aveva puntato tutto su Casa Robegan con l’obiettivo, in collaborazione con l'Università Ca' Foscari di Venezia, di farla diventare un museo d'arte applicata d'impresa. Un progetto presto naufragato a seguito di cantieri promessi dal Comune ma non ultimati per tempo, impedendo quindi la programmazione per l’anno in corso. «A livello istituzionale, dal Comune fino alla Regione, ci vorrebbe maggior sensibilità per la cultura - conclude Zappia - C’è infatti bisogno di valorizzare con l’arte la bellezza del paesaggio e la storia della presenza umana che si respira passeggiando per il nostro bellissimo territorio».

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Ultimo aggiornamento: 14:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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