Cesare, il super nonno che a cento anni falcia ancora la sua campagna

Venerdì 17 Luglio 2020 di Federico Fioretti
Cesare, il super nonno che a cento anni falcia ancora la sua campagna
RESANA - Cento anni e non sentirli, tanto da afferrare con vigore la sua vecchia falce e continuare a curare l'amata campagna. Cesare Scapinello, classe 1920, domenica taglierà il traguardo di un secolo di vita a Castelminio di Resana con una festa nel suo giardino circondato dagli affetti più cari, naturalmente con la mascherina e rispettando i distanziamenti anti-Covid.

LA FORZA
Nonno Cesare è ancora pimpante e arzillo e la sua passione per la terra non è mai venuta meno. Non c'è quindi da meravigliarsi nel vederlo impugnare la falce, da lui chiamata falsa, e lavorare nei campi alla sua veneranda età. Cappello in testa, abbigliamento semplice e voglia di andare avanti a fare ciò che ama da sempre. Nella sua abitazione di Castelminio, Cesare Scapinello vive con la moglie Giulia, 94enne. I due hanno festeggiato, il 30 novembre 2019, i loro 70 anni di matrimonio. Hanno 5 figli e ben 22 tra nipoti e pronipoti ai quali non manca di raccontare, con lucida memoria, l'esperienza della Seconda Guerra Mondiale che ha vissuto in prima persona. «Ho combattuto quel conflitto - ricorda Nonno Cesare - e sono stato prigioniero nel campo di concentramento di Algeri. In quel periodo, una guardia mi costrinse a stare al sole con due pesanti pietre in mano e minacciò di fucilarmi se le avessi fatte cadere».

LA TESINA
Una nipote ha parlato della storia del nonno nella sua tesina d'esame di terza media, partendo dalle origini alla chiamata alle armi come quando racconta che per non morire di fame si mangiava anche erba, corteccia degli alberi e topi. E poi ci sono le lettere, quelle che un giovane Cesare Scapinello inviava dall'Africa ai genitori a Brusaporco, l'attuale Castelminio, per rassicurarli in ordine alle sue condizioni di salute. Dopo la liberazione, nel 46 tornò in Italia e, prima di fare rientro a casa, si fermò a Padova per ringraziare padre Leopoldo il quale, prima della partenza, si rivolse a Scapinello durante la confessione dicendogli Vai tranquillo, segui quanto ti ho detto e porterai a casa la pelle. Ancora adesso l'anziano è devoto a colui che poi è diventato San Leopoldo. Domenica, alla festa del centenario organizzata dai nipoti, parteciperà anche il sindaco di Resana Stefano Bosa. Tra gli invitati il governatore Zaia, che ha inviato una lettera che a nonno Cesare verrà letta dopodomani a voce alta, proprio come piace a lui. 
 
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