Regione Veneto, Zaia presenta il programma di governo. Arturo Lorenzoni: «Misero»

Giovedì 22 Ottobre 2020 di Alda Vanzan
Consiglio regionale del Veneto
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VENEZIA - L'accusa di Arturo Lorenzoni: Luca Zaia ha presentato un programma di governo «misero», «superficiale», «privo di proposte e di azioni», addirittura «imbarazzante» quando scrive che il Veneto è Covid free. La replica del governatore: «Mi sembrate i vietcong nella foresta in attesa della battaglia, rilassatevi. La minoranza dovrebbe avere un atteggiamento più costruttivo, ma non posso accettare che si offendano i tantissimi cittadini che ci hanno votato, non è che siano degli idioti, ci ha votato anche il vostro elettorato». 
Palazzo Ferro Fini, seconda seduta del consiglio regionale del Veneto, presenti 50 consiglieri su 51 più gli 8 assessori, tutti freschi di tampone e negativi al Covid, assente solo il padovano Giuseppe Pan che già da alcuni giorni è risultato contagiato. Doveva essere una seduta tranquilla: le surroghe degli assessori dimissionari con i consiglieri supplenti, la presentazione della giunta da parte del presidente della Regione, poi l'illustrazione del documento di governo. Zaia parla per un'ora e 5 minuti, annuncia frettolosamente le prime nove proposte di legge depositate, sono testi che la precedente legislatura non era riuscita a licenziare, come la riforma delle Ipab, tra le novità l'istituzione del Premio Elena Cornaro Piscopio, prima donna laureata al mondo. E dedica pochi minuti anche alla parte programmatica perché la preoccupazione di questi giorni è la pandemia sanitaria ed è delle misure anti Covid che vuole parlare. Così sintetizza. Entrate: «Il bilancio 2021 sarà ancora tax-free, un miliardo e 300 milioni che non saranno prelevati dalle tasche dei veneti». Infrastrutture: «Entro il 15 novembre sarà aperto il tratto fino a Bassano della Pedemontana». Portualità: «Via le navi dal bacino di San Marco, ma c'è chi dice via le navi del tutto e noi su questo diciamo no, significherebbe perdere la crocieristica». Annuncia una «riforma nel settore sociale» per rispondere ai bisogni dei veneti non autosufficienti. E, dopo le Olimpiadi, non esclude nuove candidature «per qualche altro grande evento». «Tra cinque anni - conclude - consegneremo un Veneto ancora più bello».
LE CRITICHE

Non una parola sull'autonomia, benché sia la vigilia del terzo anniversario del referendum-plebiscito. I suoi non se la prendono, hanno già avuto un incontro con Zaia a mezzogiorno e sanno che il presidente ha la testa sul Covid ed è, riferiscono, preoccupatissimo.
L'opposizione, però, rimarca la dimenticanza. Lo fa il dem Andrea Zanoni che comincia la narrazione di un Veneto non così eccellente, né vincente e nemmeno in salute come quello descritto nelle 168 pagine di programma: «Ma quale Rinascimento, ma quale Veneto tax free, semplicemente non tassate i ricchi, in compenso a pagina 55 classificate l'evasione fiscale come una fosse fastidiosa burocrazia». Lo speaker della minoranza Arturo Lorenzoni stronca il programma di Zaia: «Inadeguato, autocelebrativo», solo che, da neofita, inciampa sulle norme d'aula, è convinto che il documento venga messo ai voti e per questo chiede a Zaia che lo ritiri e lo sistemi. «Non c'è niente da votare», lo corregge il vicepresidente del consiglio Nicola Finco. L'opposizione interviene in massa: la verde Cristina Guarda, Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo («Un piano privo di proposte concrete»), i dem Francesca Zottis, Jonatan Montanariello, Anna Maria Bigon, il capogruppo Giacomo Possamai che denuncia: «Il Veneto non è più attrattivo». E Vanessa Camani che interroga: «Presidente, che idea di sviluppo ha per la Regione? Quale futuro per il turismo? Quali interventi strategici?». Parlano gli alleati di Forza Italia Elisa Venturini (e lei sì punta sull'autonomia del Veneto) e di Fratelli d'Italia Tommaso Razzolini, ma è l'intervento di Erika Baldin a sorprendere i leghisti: «I contenuti delle linee programmatiche tracciate dal presidente Zaia ci trovano in linea di principio concordi nelle intenzioni mostrate - dice la pentastellata - Senza sottrarci al ruolo di controllo, in questa legislatura vogliamo innanzitutto essere costruttivi ed ottimisti per lavorare al meglio per il benessere di tutti i cittadini veneti e per la crescita del Veneto».
LA REPLICA

Curioso, perché è proprio quello che il presidente del 76% si aspettava da tutta la minoranza, non solo dal M5s. E infatti, rivolto a Lorenzoni e al Pd, Zaia ribatte: «Possibile che non ci sia un minimo di orgoglio veneto qua dentro? Sul Covid il mondo intero ci guarda con attenzione, i vostri a Roma riconoscono i nostri progetti e voi venite a dire che va tutto male, che è un Veneto impresentabile. Come volete, ma la patente di idioti ai veneti che ci hanno votato, e tra questi c'è anche il vostro elettorato, non gliela farò mai dare da nessuno».
L'XI legislatura è cominciata.
Alda Vanzan
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Ultimo aggiornamento: 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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