Record dei contagi la provincia di Treviso tra le dieci più colpite

Venerdì 3 Dicembre 2021 di Mauro Favaro
Record dei contagi la provincia di Treviso tra le dieci più colpite
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TREVISO - Record di contagi da coronavirus.

La Marca è tra le dieci province più colpite d'Italia, assieme a città metropolitane come Roma, Milano, Bologna e Bari. E nella triste top ten è quella con il più elevato rapporto tra casi positivi e popolazione. Dall'inizio dell'epidemia a oggi è stato contagiato l'11,18% dei trevigiani: quasi 100mila persone su poco meno di 880mila residenti. E i numeri continuano a crescere. Solo ieri il bollettino regionale ha evidenziato 716 nuovi contagi da coronavirus nella Marca. L'Usl trevigiana specifica che i dati sono stati aggiornati inserendo delle positività non conteggiate tra il 28 e il 29 novembre. Ma l'incremento resta comunque pauroso.

I DATI

«Siamo su una media di 500 nuovi contagi al giorno. Sempre tanti fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria e uno su tre ha meno di 19 anni, quindi frequenta la scuola». Oggi sono in tutto i 5.850 i trevigiani che stanno combattendo contro l'infezione da coronavirus. Il tasso medio provinciale è arrivato a quota 371 casi per 100mila abitanti. Quaranta in più nel giro di un giorno. I casi vengono evidenziati perché si fanno tanti tamponi. Certo. Solo nell'ultima settimana l'Usl ne ha eseguiti quasi 40mila. Praticamente 5.500 al giorno. Fatto sta che i contagi non si fermano. Davanti a questa pioggia di richieste, adesso si va verso il blocco dei tamponi a pagamento nei Covid Point. «Li abbiamo già ridotti da 1.000 a 200 al giorno, sparsi nei vari centri» rivela il direttore generale. I non vaccinati che hanno bisogno del Green pass temporaneo per andare al lavoro si dovranno rivolgere altrove. A partire dalle farmacie, con le quali l'Usl ha stretto un accordo ad hoc. Il personale dei Covid Point ora deve contrarsi sui test sulle persone con sintomi o sotto sorveglianza, oltre al fatto che una parte è chiamato a trasferirsi nei centri vaccinali per aumentare il ritmo delle iniezioni. Non si può fare altrimenti davanti all'epidemia che continua a espandersi. Più del 77% dei comuni trevigiani ha superato la soglia di guardia dei 250 casi per 100mila abitanti. Cioè quella che nella scorsa primavera aveva fatto scattare la chiusura di tutte le scuole del distretto di Asolo. Non basta. Oggi 31 comuni hanno addirittura oltrepassato il tasso di 500 casi. E anche questo purtroppo è un record. Il distretto più colpito è sempre quello di Asolo (tasso di 444 casi; +68 in un giorno). Seguito da Pieve di Soligo (413; +40) e Treviso Nord (344; +31). A chiudere c'è il distretto di Treviso Sud (268; +14).

LE MISUREA

l momento, comunque, non è prevista l'adozione di misure straordinarie come zone rosse locali. «Non servono perché la maggior parte dei positivi è in isolamento a casa, senza grossi problemi sottolinea Benazzi per ora non è stata nemmeno prevista la chiusura di intere scuole. Per queste, però, si valuta di giorno in giorno». Impossibile escluderlo. Di pari passo continuano ad aumentare anche i ricoveri in ospedale. Negli ultimi tre giorni ci sono stati 35 nuovi ingressi: 18 martedì, 5 mercoledì e 12 ieri. A conti fatti, nei reparti Covid trevigiani oggi ci sono in tutto 190 pazienti positivi. Compresi 14 in Terapia intensiva. L'ultimo a entrare in Rianimazione è stato un 57enne non vaccinato. Gli ospedali hanno già riaperto le aree dedicate al coronavirus riducendo progressivamente le prestazioni non gravi né urgenti. Si è tornati all'assetto da emergenza. E ieri il coronavirus ha fatto un'altra vittima: una signora di 81 anni, già colpita da altre patologie, ha perso la vita nell'ospedale di Treviso. «Si era vaccinata a marzo specificano dall'Usl e conviveva con un familiare che invece non si era vaccinato». Il contagio potrebbe essere passato attraverso la persona a lei più vicina. L'81enne, poi, si era sottoposta all'ultimo richiamo con il vaccino anti-Covid più di sei mesi fa. «Sappiamo che dopo questo periodo, se non si fa la terza dose, la protezione va sotto ai tacchi» chiude Benazzi. Con quest'ultimo decesso, si allunga ancora la triste conta dei lutti: sono complessivamente 1.869 le persone che hanno perso la vita nella Marca a causa del coronavirus in 21 mesi di epidemia.
 

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