Razzismo sul bus Mom a Treviso, modella di colore costretta a salire dietro rimproverata dall'autista: «Adesso basta»

Mercoledì 10 Maggio 2023 di Maria Elena Pattaro
Razzismo sul bus Mom a Treviso, modella di colore costretta a salire dietro rimproverata dall'autista

TREVISO - «Discriminata sull’autobus perchè ho la pelle nera. I bianchi potevano salire davanti, io invece sono stata costretta a montare dietro. Quando ho chiesto spiegazioni, l’autista mi ha risposto che non aveva tempo da perdere con gente come me. Pretendo scuse pubbliche». A denunciare il grave episodio di razzismo è Merrebel Ackah, 46 anni, modella e stilista di origini ghanesi. Vive a Treviso da più di vent’anni, è una cittadina italiana, ha due figli nati e cresciuti qui, da papà trevigiano. Ma venerdì scorso un autista, dipendente di una ditta a cui Mom ha appaltato la linea 4, l’ha trattata come una persona di serie B. Erano le 5 del pomeriggio. La donna ha preso l’autobus alla fermata di viale Cadorna, tra corso del Popolo e piazza Vittoria. «Il bus si è fermato proprio davanti a me. Ma l’autista non ha aperto la porta anteriore - racconta Merrebel -. Io gli ho mostrato il biglietto. Niente. Mi ha detto: “No, sali dietro”. Alle fermate successive però ha trattato i bianchi in modo diverso. Loro potevano salire davanti». La passeggera, indignata, ha chiesto spiegazioni al conducente: voleva capire il motivo di quel trattamento differenziato che aveva tutta l’aria di un gesto razzista. La conferma è arrivata con la risposta del guidatore: «Alla terza volta che gli chiedevo perché non mi aveva fatta entrare davanti, mi ha urlato contro: “Sto guidando, non ho tempo per parlare con gente come te”». A bordo c’erano una decina di passeggeri. Non tutti sono rimasti a guardare. Una signora bianca ha preso le difese della 46enne discriminata. «Lo ha rimproverato dicendo che stava facendo una cosa molto grave - prosegue la donna - e mi ha suggerito di fare denuncia alle forze dell’ordine». 

La segnalazione

La stilista è tornata a casa col sangue che ribolliva. La rabbia si è poi trasformata in determinazione a ottenere giustizia. Così ha segnalato tempestivamente l’episodio a Mom. «Sono stata trattata male solo per il colore della mia pelle - afferma -. È vergognoso: nel 2023 queste discriminazioni non dovrebbero più esistere. Sono finiti i tempi della schiavitù e dell’apartheid. Eppure sopravvive ancora un razzismo strisciante. Quello che ha colpito me sull’autobus. Quello che sperimentano i miei figli, a scuola o per strada. È ora di dire basta, di denunciare tutti questi episodi». Scene del genere, peraltro, non sarebbero poi così rare a bordo della linea 4, fa notare la modella. «Mia figlia la prende spesso e in più di qualche occasione ha dovuto prendere le difese di ragazzi con la pelle più scura della sua trattati male dagli autisti - aggiunge Merrebel -. Molti vedono una persona di colore e danno per scontato che non abbia il biglietto o che possa fare casini. Dobbiamo combattere questi pregiudizi».

La replica

La pensa così anche Mom, che ha contattato l’utente e avviato le verifiche interne. «È stata promossa una formale contestazione nei confronti della ditta sub affidatrice che svolge la corsa oggetto di reclamo - spiega l’azienda di trasporto pubblico -. Attendiamo l’esito di tale procedimento, fermo restando che Mom agirà in maniera decisa per affermare la centralità del cliente e ribadire l’accesso indiscriminato ai servizi di trasporto pubblico come previsto dalla nostra Carta dei servizi. Qualsiasi atteggiamento in violazione del nostro codice etico e di comportamento non sarà tollerato». Merrebel attende le scuse pubbliche di quell’autista: «Il razzismo va estirpato. Il colore della pelle non ha nessuna importanza. Siamo tutti umani».

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Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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