Fathy, l'autista accusato dalla modella di colore spiazza tutti: «Io razzista? Sono africano come lei»

Venerdì 12 Maggio 2023 di Alberto Beltrame
L'autista Fathy Wahdan

TREVISO - «Io razzista? Figuriamoci! Sono africano come lei». Fathy Wahdan, 60enne di origini egiziane ormai trapiantato in Italia da 38 anni, è l'autista del bus della Mom (dipendente della ditta che ha in subaffidamento la Linea 4, la Mondo Tours di Conegliano), accusato dalla modella di origini ghanesi Merrebel Ackah di averla discriminata perchè di colore. «Non mi ha lasciata salire dalla porta anteriore come gli altri - ha raccontato la modella e stilista 46enne - facendomi segno di entrare da quella posteriore solo per il colore della mia pelle».

Wahdan, che vive nella Marca ormai dal 2000, respinge però al mittente le accuse: «Sono amareggiato e mi sento diffamato - spiega l'autista -. Figuriamoci se uno come me, in passato vittima di diversi episodi di razzismo anche da parte degli utenti, si permetterebbe mai di discriminare qualcuno perché di colore. Anche io sono, uso questa espressione, "abbronzato tutto l'anno". E quattro anni fa, a Paese, sono stato persino aggredito. Insomma, non posso certo passare per razzista».

LA RICOSTRUZIONE
Wahdan ci tiene a ricostruire quanto accaduto quel pomeriggio in viale Cadorna. «Avevo appena preso servizio ed ero partito da via Roma, all'altezza del bar Venezia. Erano le 17 circa, orario di punta per i mezzi pubblici. C'erano molti passeggeri in salita. Ero alla guida di uno dei mezzi a tre porte. Quando sono arrivato in viale Cadorna - racconta -, nella parte anteriore del bus lo spazio era già esaurito. Così alla fermata, visto che non c'era più posto davanti, ho chiuso la porta anteriore lasciando aperta quella centrale e quella posteriore, così che gli ultimi passeggeri potessero prendere posto». Motivo per il quale Merrebel Ackah si è sentita discriminata. La donna, mentre il bus avanzava, ha raggiunto il posto di guida e ha chiesto spiegazioni: «Perchè non mi hai fatto salire davanti»? ha cominciato a ripetere. «Sto guidando, non ho tempo da perdere con gente come te» riferisce la donna avrebbe risposto l'autista. Che controbatte: «Non le ho detto assolutamente così. Le ho solo riferito che stavo guidando, e che non potevo parlare. Anche perchè stavo passando davanti a piazza Vittoria, zona in cui serve molta attenzione. È talmente una prassi ciò che ho fatto che non mi ero neanche reso conto ce l'avesse con me o avesse qualcosa da recriminare». L'autista, insomma, esclude categoricamente qualsiasi comportamento discriminatorio. «Solo perchè africano non vuol dire che non si sia comportato in modo razzista - ha voluto replicare Merrebel Ackah -. E non è vero che davanti non c'era più posto. Tant'è che anche una signora, italiana, mi dava ragione». «Quella signora - sottolinea però Wadhan -, è salita diverse fermate dopo, al Duomo, e non aveva visto proprio nulla».

LA SOCIETA'
«Ci rincresce molto che la signora Merrebel Ackah si sia sentita offesa e, in ogni caso, le manifestiamo assoluta vicinanza - riferisce in una nota la Mondo Tours - . Tuttavia, non possiamo tollerare di essere accostati a una piaga sociale qual è il razzismo. Senza scendere nel merito di un processo da bar, è sufficiente ribadire che il signor Fathy Wahdan è africano e, in quanto tale, è stato realmente vittima di episodi razzisti nel corso della sua carriera lavorativa alla guida di mezzi pubblici. Per questo motivo è particolarmente sensibile all'argomento e mai si permetterebbe di discriminare un utente, men che meno per il colore della pelle».

      

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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