TREVISO - Ciao, ciao: molto più che un tormentone estivo. «Parliamo della fine del mondo, della crisi ecologica, ma anche della fine del mondo personale che affrontiamo a seguito di grandi cambiamenti». Ritornano a Suoni di Marca, domani alle 20, sul palco San Marco dove si erano esibiti nel 2019, oggi forti di due Sanremo, La Rappresentante di Lista, ovvero la cantante Veronica Lucchesi e il polistrumentista Dario Mangiaracina (piano elettrico, chitarra elettrica ed acustica e voci) con il tour MyM – Ciao Ciao Edition. «Abbiamo il ricordo vivo di un pubblico entusiasta a Treviso, - spiegano i due artisti, che saranno accompagnati da altri sei musicisti. – L’accoglienza è stata incredibile».
Tutti cantano “Ciao, ciao”, la canzone che avete portato al festival di Sanremo. Ma dietro il ritmo incalzante c’è molto di più.
Veronica: «Quando abbiamo scritto questo brano, avevamo subito in mente quello che volevamo dire.
Vi aspettavate un simile successo? (Ciao ciao è disco di platino, ndr).
Dario: «È difficile prevedere come una canzone andrà. Certo immaginavamo che sarebbe piaciuta perché accattivante, ma non potevamo prevedere che sarebbe diventata quasi un modo di dire, un linguaggio collettivo».
Il live per voi è una dimensione importante?
Veronica: «È quella che ci si addice di più. Quando scrivi sei sempre in un ambiente protetto, inizi a farti delle domande, hai delle paure. Ma poi serve il confronto e il dialogo con il pubblico. L’apertura agli altri ti fa sentire meno solo. È il vero respiro collettivo, una sorta di rito, quando le canzoni non sono più tue ma diventano degli altri».
Il tour estivo sta andando bene?
Veronica: «Siamo molto felici del tour. Siamo accolti ovunque con grande amore. Il pubblico si è allargato, ci sono persone curiose di conoscerci, di sapere che musica fanno quelli di Ciao ciao».
Di Ciao ciao e del nuovo singolo “Diva”, anche questo un tormentone solo apparente.
Veronica: «Infatti. E’ un brano che parla di una Diva che non è quella dei riflettori o del palcoscenico: potrebbe essere chiunque. È colei che chiede uno spazio di libertà, di poter sbagliare e di non essere giudicata. Di poter fare le proprie scelte, autodeterminarsi senza la barriera del giudizio e del commento che lascia il tempo che trova. Rivendica uno spazio di libertà. E si autoproclama Diva».
Siete un po’ voi, dunque?
«Possiamo dire di sì».
Come avete dimostrato del resto in due Sanremo. Che impressione avete avuto in due edizioni?
Dario: «Sono stati due anni intensi che ci hanno permesso di confrontarci con un mondo, quello televisivo, del mainstream. Quest’anno rispetto all’anno scorso, ci siamo goduti di più il momento, abbiamo potuto capire cosa non andava l’anno scorso».
In Sanremo 2021 avete proposto nella serata cover “Splendido splendente” della Rettore, con lei sul palco. Come è andata?
Dario: «La Rettore ci ha guidati con la sua irriverenza, con il suo essere sopra le righe, una delle autrici che ci hanno colpito di più, con i suoi riferimenti al corpo, parole mai banali, a volte stridenti. Ci sentiamo ancora, siamo in ottimi rapporti. Siamo stati felici di vederla a Sanremo 2022, se lo merita come artista».
Parteciperete a Sanremo anche il prossimo anno?
Dario: «Non il prossimo. Abbiamo dato e ricevuto tanto. E’ il momento di raccogliere, di immaginare, di pensare a cosa scrivere».