«La rapina? Uno scherzo, scusaci»
i tre 19enni in lacrime dal giudice

Mercoledì 28 Agosto 2019 di Denis Barea
Il luogo dove si è consumata la rapina, tra il bancomat e il distributore automatico di sigarette
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TREVISO - «Abbiamo fatto una sciocchezza». Provati dai due giorni trascorsi in cella nel carcere di Santa Bona, sconvolti dalla gravità dell’accusa di rapina pluriaggravata, dispiaciuti e uno persino in lacrime. Sono Alberto D., Luca A. e Christian C., i tre 19enni di Maserada arrestati dai carabinieri di Spresiano nella notte tra sabato e domenica, autori della rapina ai danni di un 16enne di Breda a cui hanno portato via i dieci euro con cui era uscito per andarsi a prendere le sigarette al distributore automatico di Via Roma dopo averlo minacciato con una pistola giocattolo. I giovani sono comparsi ieri mattina davanti al gip Piera De Stefani per l’udienza di convalida al termine della quale, dopo una breve riserva, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. «Abbiamo fatto una enorme sciocchezza, uno scherzo di pessimo gusto. Non ci siamo resi conto della gravità delle nostre azioni, siamo molto dispiaciuti»...
 

hanno detto rispondendo alle domande del giudice per le indagini preliminari, ammettendo le loro responsabilità.

Una vera e propria follia che potrebbe costare carissimo: rischiano infatti una pena base di sette anni e mezzo di reclusione, con l’aggravante di aver compiuto la rapina a mano armata (anche se la pistola era giocattolo) e in gruppo. Anche per questo i difensori dei tre, gli avvocati Piergiorgio Oss e Stefano  Zoccarato, valuteranno nelle prossime ore se cercare di ottenere un patteggiamento in fase di indagini. «Non sono dei criminali - hanno detto i due legali - ma dei ragazzi normalissimi che hanno commesso però una grave stupidaggine. Non hanno pensato alle conseguenze, poi quando si sono aperte le porte del carcere hanno capito la gravità delle loro azioni. E’ stato un momento di completa e totale pazzia che, conoscendoli, resta davvero inspiegabile». Al gip De Stefani i tre amici hanno raccontato di aver trascorso la serata del sabato insieme come succede quasi ogni fine settimana. «Avevamo bevuto qualche birra - hanno spiegato - eravamo un po’ su di giri. Siamo andati verso il distributore per prendere le sigarette prima di tornare a casa ed è stato in quel momento che abbiamo visto il ragazzo e ci siamo detti: facciamoci dare da lui i soldi..». Sono le due della notte quando Alberto, che è alla guida della sua Oper Tigra, decide allora di accostare la vettura. Esce con i mano la pistola giocattolo insieme a Luca, mentre il terzo sarebbe rimasto in macchina. Quest’ultimo è tra l’altro l’unico dei tre con dei precedenti di polizia: qualche anno prima lo avevano beccato durante un controllo a Treviso con addosso della marijuana. «Dai dai, dacci i soldi», avrebbero intimato al 16enne contro cui puntano l’arma. Ma la vittima avrebbe fatto inizialmente qualche resistenza. «Abbiamo insistito un po’ fino a quando ha tirato fuori i dieci euro», raccontano i 19enni. Alberto, che di professione fa l’operaio come Christian mentre Luca è un panettiere, accompagna a casa i due amici prima di venire intercettato da una pattuglia dei carabinieri di Spresiano intervenuta dopo la segnalazione del 16enne che ha avuto la prontezza di annotarsi il numero di targa dei tre rapinatori. «Ci dispiace - hanno fatto verbalizzare affranti i ragazzi durante l’interrogatorio - siamo soprattutto dispiaciuti per il 16enne, non volevamo spaventarlo, vogliamo chiedergli scusa appena ci sarà possibile». Avevano preso la rapina per un gioco con cui concludere la serata. Ma uno dei tre ieri mattina si è messo a piangere continuando a chiedere scusa anche mentre si stava alzando alla fine dell’udienza di convalida. Poi sono stati riaccompagnati in carcere, dove la notizia della concessione degli arresti domiciliari li ha raggiunti solo qualche ora dopo; è infatti il primo pomeriggio quando i tre escono dal penitenziario. Le loro famiglie sono ancora incredule e sconvolte per quello che hanno commesso i figli e hanno già preso contatto con i rispettivi avvocati per valutare e concordare una forma di risarcimento nei confronti del 16enne.

Ultimo aggiornamento: 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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