Si vanta con gli amici della rapina in discoteca: arrestato 19enne

Giovedì 26 Maggio 2022 di Giuliano Pavan
La rapina fuori dalla discoteca Casa di Caccia

TREVISO - I carabinieri avevano stretto il cerchio attorno a lui. Una volta raccolte le prove, i militari gli hanno consegnato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il reato di rapina aggravata in concorso e lesioni aggravate. Si tratta di un 19enne trevigiano, considerato il complice di Allae Dhaih, il 21enne bellunese già a processo per quei colpi messi a segno a danno di alcuni minorenni al Casa di Caccia e che, davanti al giudice, si è pentito dicendo di essere intenzionato a cambiare vita («Sì, è vero, ho fatto cose brutte, di cui mi pento. E me ne assumerò le responsabilità. Ma voglio anche dire che ho deciso di cambiare vita: mi sono riscritto a scuola e sto seguendo un percorso di riabilitazione» aveva detto in aula, difeso dall’avvocato Mario Mazzoccoli, ndr). 

Era la notte del 3 ottobre scorso quando il 19enne aveva partecipato al raid nel noto locale di Monastier assieme a un gruppo di amici, tutti pare appartenenti alla cosiddetta Cobra gang, responsabile secondo gli inquirenti di aver terrorizzato dei coetanei, soprattutto nel bellunese, compiendo furti e rapine, senza sottrarsi a utilizzare metodi violenti che potevano sfociare anche in risse. Le vittime delle rapine al Casa di Caccia avevano subito chiamato i carabinieri che, qualche minuto più tardi, avevano arrestato Allae Dhiah, trovato accovacciato dietro una siepe con addosso il denaro appena sottratto a un 17enne e un orecchino con brillanti rubato a un 15enne. Furono loro a dare una descrizione dei complici, sostenendo che l’odierno indagato aveva tirato fuori un coltello per rapinarli. In particolare di una felpa griffata. La stessa che i militari, dopo una perquisizione, hanno trovato nella casa del 19enne. Non solo: analizzando il suo cellulare, è stato scoperto che il giovane, mandando un videomessaggio ad altri amici, si vantava del colpo indossando proprio quella felpa e autoaccusandosi di aver sottratto anche una collanina a un 15enne. Prove schiaccianti secondo la Procura, che ha chiesto e ottenuto la misura cautelare nei confronti del giovane ritenendo che sia «socialmente pericoloso». 

Il 19enne è anche sospettato (le indagini sono in corso, ndr) di essere stato protagonista di altre vicende simili. Nello specifico una rissa avvenuta nel settembre 2021 in un locale di San Fior dove vennero feriti tre minorenni, un pestaggio avvenuto in un esercizio pubblico di Conegliano sempre nell’ottobre 2021 e alcuni danneggiamenti a negozi e veicoli che si sono verificati negli ultimi mesi a Santa Lucia di Piave. «Complimenti ai carabinieri di Treviso per la tenacia - ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - Il significato di questa operazione è superiore al valore della refurtiva: vuol dire che nessuno, mai, nemmeno mesi dopo il fatto, può essere sicuro di averla fatta franca. Bel segnale: i tutori della legalità non mollano mai. Si tratta di giovani – aggiunge Zaia – che mi auguro abbiano tratto insegnamento dall’essere stati smascherati e arrestati e tornino a rigare dritto. Se così fosse si tratterebbe di un altro merito da ascrivere ai nostri carabinieri».
 

Ultimo aggiornamento: 07:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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