Rapina da Foot Locker a Treviso. La commessa: «Ho temuto per il mio titolare, lo hanno preso a calci in testa»

Martedì 16 Maggio 2023 di Valeria Lipparini
Rapina da Foot Locker a Treviso. La commessa: «Ho temuto per il mio titolare, lo hanno preso a calci in testa»

TREVISO - «Ho avuto paura per il mio capo. Mi sono attaccata al telefono e ho chiamato la polizia. Quel ragazzo era una furia. Lo ha preso a calci in testa come un animale». Poche parole di G.L. 31enne trevigiana, commessa del negozio di scarpe sportive Foot Locker in Corso del Popolo. Poi, gli agenti delle Volanti la conducono in centrale dove sarà sentita come testimone. Ieri mattina, verso le 11, nel negozio nel cuore della città, di fronte a piazza Borsa, si è consumato un furto sfociato in brutale rapina. Due i ragazzi arrestati, entrambi appena maggiorenni, uno senegalese e l’altro marocchino.

Quando sono stati scoperti hanno aggredito il titolare del negozio con calci in testa. Lui, 42 anni, infatti, era finito a terra “placcato” da uno dei due ladruncoli. Portato in ospedale è stato medicato e i medici lo hanno dimesso con una prognosi di sette giorni. «Ho temuto il peggio» ha detto ai soccorritori. 


LA RICOSTRUZIONE
Ma cosa è successo? La dinamica è stata ricostruita, con puntuale precisione, dagli agenti delle Volanti, sotto il comando del dottor Roberto Scardino. Il motivo, invece, resta un mistero. Anche perchè i 18enni, arrivati a Treviso in treno da Vicenza, sono risultati essere ben vestiti, con abiti firmati e le costose Air Jordan ai piedi, scarpe da ginnastica che per gli adolescenti sono meglio dei gioielli. E costano davvero come un piccolo gioiellino. I due non risultano frequentare la scuola e non avere un lavoro fisso. Ma le rispettive famiglie sono ben inserite nel contesto sociale del proprio paese e i padri di entrambi hanno un lavoro fisso.
I due giovani, bloccati mentre tentavano di salire su un treno in partenza per Vicenza, avevano dapprima tentato di negare. «No, non siamo stati noi», avevano detto. Per poi ammettere il furto degenerato in rapina. E avevano fatto ritrovare la ragione di tanta violenza: un paio di pantaloncini Nike del valore di qualche decina di euro. Seduto nel sedile posteriore dell’auto della polizia il senegalese, con i lunghi capelli a treccine, maglietta nera e jeans, aveva indicato il cestino dei rifiuti dove si era disfatto della refurtiva.


I FATTI
Ma andiamo con ordine. Tutto comincia pochi minuti dopo le 11, quando i due scendono dal treno. Devono vedere alcuni amici, ma la circostanza è al vaglio degli agenti delle Volanti. Si incamminano lungo via Roma e poi Corso del Popolo e si fermano davanti alla vetrina di Foot Locker. Uno entra, l’altro resta all’esterno. La prova di qualche indumento sportivo in camerino, però, dura troppo a lungo e il gestore del negozio, un 42enne di origine venezuelana V.C.G., aspetta che il ragazzo esca e, in un attimo, si rende conto che qualcosa non torna. Ferma il ragazzo, che peraltro è molto alto, ma lui per tutta risposta, lo butta a terra. Il 42enne non demorde. Cerca di trattenerlo in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Ed è a questo punto che il complice entra nel negozio e calcia con violenza, colpendo alla testa il gestore di Foot Locker. I due scappano. Mentre sul posto arrivano due auto delle Volanti, oltre al personale medico del Suem 118. Il 42enne è seduto su uno degli sgabelli del negozio con una borsa di ghiaccio in testa. Il pericolo è passato ma non la paura. «Me la sono vista brutta» dice mentre i sanitari del Suem lo trasportano al Ca’ Foncello in ambulanza. Viene tenuto in osservazione e sottoposto ad alcuni esami per il trauma cranico riportato. Un passante, Giuseppe Dal Gallo, commenta così: «Ho visto la ragazza che telefonata alla polizia e il ragazzo seduto con il ghiaccio in testa. Un’aggressione brutale e incredibile in pieno giorno. È davvero inammissibile».

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Ultimo aggiornamento: 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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