CASALE SUL SILE - Sono saliti sul tetto di un vecchio capannone per fare un video e un po’ di selfie. Una bravata che ha il sapore della sfida quando si hanno 14 anni. Ma che, invece, si è trasformata in un incubo che poteva diventare tragedia. I tre amici di scuola, venerdì sera, hanno sfidato i divieti, i cancelli chiusi di una fabbrica dismessa da tempo, la Foffano di Casale sul Sile, e i portoni sbarrati dove una volta venivano stipati legnami e assi da costruzioni.
AL CAPEZZALE
Al suo capezzale, i genitori, la sorella e gli amici. «Sono fiduciosa - ha detto la mamma - mio figlio si riprenderà. Mi ha detto se potrà tornare a correre quando ha riaperto gli occhi. Questo incidente diventerà un brutto sogno da cui risvegliarsi». Il ragazzino è infatti tesserato in una società di atletica del veneziano. Mentre il padre ha cercato di legare insieme i frammenti di un pomeriggio che doveva essere di festa ed è diventato, invece, il peggiore dei tormenti. I tre ragazzini, amici di scuola in quanto frequentato l’Itis Fermi a Treviso, si erano ritrovati a casa del 14enne. A Casale c’è la sagra del paese e loro avevano deciso di festeggiare insieme. Sono usciti in bicicletta. «Mi hanno detto che andavano alla sagra» ricorda il papà. Invece, alla sagra ci vanno di striscio. Poi, approdano alla Foffano. Vince l’idea di fare qualcosa di diverso. Forse per provare il brivido del proibito. Forse per sfidare le regole imposte dagli adulti. Oppure, più semplicemente, per fare una bella figura con i compagni di classe. Documentata da selfie e video.
LA RICOSTRUZIONE
Secondo le prime ricostruzioni ad opera dei carabinieri, che hanno sentito ieri i due amici del ferito, i ragazzini si sono introdotti nell’ampia proprietà scavalcando la cancellata. Una volta all’interno si son o diretta sul retro di un capannone, che dà verso il fiume. Sono riusciti a penetrare all’interno e hanno così raggiunto una scala che conduce al piano superiore, quindi fino sul tetto. Non hanno capito che quell’edificio nascondeva numerose insidie. Abbandonato da tempo, con un tetto reso pericolante e, soprattutto, incolore, non si sono accorti di mettere un piede in fallo sul plexiglass del lucernario. Che non ha retto il peso del minorenne. Gli amici corrono, col cuore in gola. Avvisano i soccorsi. E in una manciata di minuti sul posto sono accorse ambulanza, automedica ed elicottero del Suem 118, seguiti da una squadra dei vigili del fuoco e una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Treviso. Oggi è il giorno delle indagini. I carabinieri hanno verificato l’esistenza di una serie di denunce del vecchio proprietario della fabbrica per intrusione di ragazzini. Poi, la fabbrica è andata all’asta e non è stata segnalata alcuna invasione di luogo privato. Fino a venerdì sera.
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