Intrappolata nell'auto e arsa viva, perché Elisa è rimasta bloccata nell'abitacolo? Perizia sull'auto

Giovedì 6 Maggio 2021 di Serena De Salvador
Intrappolata nell'auto e arsa viva, perché Elisa è rimasta bloccata nell'abitacolo? Perizia sull'auto
8

ALTIVOLE (TREVISO) - Elisa Girolametto ha perso da sola il controllo della sua Fiat Punto, sbandando e schiantandosi in via degli Alpini ad Altivole e morendo intrappolata nell'auto in fiamme. Un decesso dunque senza colpevoli, almeno secondo quanto emerso finora dagli accertamenti condotti dai carabinieri coordinati dalla Procura di Treviso. Tanto che sul corpo della 19enne studentessa universitaria non sarà eseguita l'autopsia. Ma se oggi si attende che sia fissata la data per l'ultimo saluto, resta invece sotto sequestro la carcassa bruciata dell'utilitaria. Un passaggio fondamentale per poter eseguire eventuali perizie e analisi, che il sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà sta tutt'ora valutando. E sarebbe un'opportunità anche per i familiari della vittima, che potrebbero richiedere degli approfondimenti per far luce sulla dinamica del tragico incidente. Nel frattempo insieme all'onda di cordoglio per la scomparsa per la giovane aspirante infermiera, riprende vigore anche l'antica polemica sulla presenza delle spallette di cemento lungo moltissime strade di campagna che, prive di protezioni, sono state protagoniste di innumerevoli incidenti.

L'ultimo messaggio primo dello schianto: «Ciao amore, a dopo»


LE INDAGINI
Fin dai primi accertamenti dopo il tremendo schianto alle 5.30 di martedì a San Vito di Altivole, è emerso che nessun'altra persona o veicolo avrebbe avuto un ruolo nella morte di Elisa. A quanto ricostruito la 19enne partita alle 5.15 dalla casa dei genitori nel quartiere Galliazzo di Spineda per raggiungere la casa di riposo Umberto I di Montebelluna per il suo primo giorno di tirocinio avrebbe perso il controllo della Fiat Punto poco prima del civico 4 di via degli Alpini. Una sbandata a destra, poi l'impatto contro la spalla in cemento di uno dei ponticelli di accesso carraio a un terreno. Alcuni residenti si erano precipitati fuori e avevano disperatamente provato ad aprire la portiera per estrarre Elisa, vedendo che dall'auto era partito un principio di incendio. Il resto è un'agghiacciante cronaca di morte. All'origine potrebbe esserci stato un colpo di sonno, oppure una momentanea distrazione. Nessuno potrà mai stabilirlo con certezza. Eppure gli interrogativi restano. Il primo: perché la 19enne è rimasta bloccata nell'abitacolo? I forti danni al cofano e l'urto contro il ponte potrebbero aver piegato i montanti delle portiere impedendo di aprirle, o aver mandato in blocco i meccanismi delle serrature.

Inoltre la ragazza potrebbe essere rimasta ferita e quindi non essere stata in grado di slacciare la cintura di sicurezza. Tuttavia era certamente vigile, poiché i testimoni l'hanno sentita chiedere aiuto. Lo schianto dunque non l'ha uccisa, parte che è invece toccata al fumo sviluppatosi con l'incendio. E proprio l'incendio riguardano gli altri punti di domanda. Il rogo è partito dalla bombola del Gpl con cui era alimentata la Fiat? Se sì, l'impianto funzionava correttamente? Le fiamme sono state innescate ancora una volta dal forte colpo subito dall'utilitaria? Sono solo alcuni degli elementi che potrebbero contribuire a chiarire le esatte circostante del dramma, i cui sviluppi si avranno nei prossimi giorni.

 


LE POLEMICHE
La tragedia che secondo molti poteva essere evitata. E una parte di colpa l'avrebbe avuta il ponticello in cemento su cui la Fiat si è schiantata finendo nella canaletta a lato strada. I testimoni, ma anche l'assessore Stefano Gallina accorso sul posto, pensano sia necessaria unalternativa: «Non è la prima volta che un incidente mortale è causato da quei muretti dice la donna che ha soccorso Elisa. Se non avesse centrato quel muretto probabilmente sarebbe ancora viva. Penso abbia avuto un colpo di sonno, non andava veloce». Subito dopo l'incidente ci si è resi conto che la velocità della Fiat doveva essere moderata: «Sulla strada si sarebbero visti più danni -prosegue la testimone. Il problema è che quei muretti di cemento armato sono migliaia e tutti senza protezioni, specie lungo i rettilinei».

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA