Radio Veneto Uno non trasmette più via etere: la storica emittente è solo sul web

Lunedì 22 Agosto 2022 di Paolo Calia
Radio Veneto Uno, la storica emittente dopo 46 anni non trasmette più via etere: ora è solo sul web

Da alcuni giorni invece il segnale è sparito del tutto. La voce di Radio Veneto Uno si è momentaneamente spenta, almeno nell’etere. È ancora però raggiungibile via web e via streaming. Segno che Roberto Ghizzo, storico direttore e fondatore dell’emittente, non vuole cedere. In questi mesi ha tenuto in piedi la struttura praticamente da solo facendo fronte a difficoltà economiche sempre più impellenti. Ma qualcosa ha dovuto mollare. Le bollette dell’energia si stavano accumulando, i conti da pagare si facevano sempre più pesanti ma con risorse ridotte all’osso.

E, alla fine, i contatori della radio sono stati chiusi e le trasmissioni via etere sospese. Resta il web. Ad accorgersi che qualcosa mancava sono stati alcuni affezionati ascoltatori che, collegandosi sulla storica frequenza dei 97.500, non captavano più nulla. La conferma è arrivata ieri: la radio ha cessato le trasmissioni per quel canale, quello storico. Almeno per il momento. Ghizzo, come già capitato altre volte in passato, sta lavorando per ripartire in tempi brevi. Intanto Treviso sta perdendo l’ultima radio privata rimasta in città. Evento che, di fatto, chiude un’epoca, quella delle emittenti libere nate negli anni ‘70.


LA STORIA


Radio Veneto Uno ha iniziato a trasmettere nel 1976, restando sul mercato per 46 anni. E se gli ultimi tre sono stati tempestosi, in precedenza era riuscita a ritagliarsi un importante spazio nello sport, nella cronaca e, soprattutto, nella cultura. Da qualche anno inoltre Radio Veneto Uno era diventata un canale d’eccellenza per la musica classica, allestendo anche una propria orchestra formata da giovani talenti e organizzando concerti poi diffusi in tutta Italia attraverso un network di emittenti locali. Nel periodo d’oro, fino a cinque anni fa, è arrivata ad avere una redazione di sei giornalisti professionisti, registi, tecnici. Poi il declino quando dal Dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri hanno deciso di tagliare il contributo per l’informazione riconosciuto all’emittente, ridotto col passare degli anni e poi interrotto. L’ultimo arrivato era di circa 300mila euro annui.


LA POLEMICA


Ghizzo ha sempre protestato, dicendo che il taglio era illegittimo in quanto legato a riferimenti normativi errati. Ha studiato le carte, scritto lettere, si è fatto sentire. Ha detto chiaramente che nei confronti della sua radio sarebbe stato violato il principio costituzionale del pluralismo dell’informazione oltre a un diritto acquisito per legge.


IL PRECEDENTE


Nel marzo del 2021 ci fu un’altra crisi, sempre per lo stesso motivo: zero contributi e conti da saldare. In quei giorni burrascosi Ghizzo, in marzo, fece una conferenza stampa raccontando perché gli stavano togliendo le risorse. In quell’occasione ha ribadito che gli hanno tolto la contribuzione dicendo che non faceva attività a livello nazionale, cosa che però l’emittente trevigiana non ha mai fatto. Per vent’anni ha richiesto il contributo per l’attività di informazione e diffusione della cultura a livello locale. 
Il fondatore di Radio Veneto Uno ha poi ribadito che al Dipartimento avevano preso in considerazione una norma per lui sbagliata. E aveva chiesto di rimediare per non ledere un principio costituzionale come il diritto all’informazione. Qualcuno, in quei mesi, si è anche mosso per aiutarlo. In qualche modo la radio è andata avanti. Poi, di nuovo, è finita sull’orlo del precipizio.

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