Il medico no vax vince in Cassazione: la radiazione di Roberto Gava annullata per un vizio di forma

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Valeria Lipparini
La radiazione di Roberto Gava annullata per un vizio di forma

TREVISO - Per un punto Martin perse la cappa. In questo caso, per un componente in meno la sentenza della Commissione per gli esercenti le professioni sanitarie è stata annullata dalla Cassazione. Un vizio di forma che azzera la radiazione del cardiologo Roberto Gava. Il medico, riferimento della galassia no Vax ben prima del Covid, era stato radiato dall'Ordine dei medici di Treviso nel 2017.

Gli ermellini hanno cassato la sentenza per un problema di numeri: la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, l'organo giudicante del Ministero della Salute, doveva essere composta da cinque membri e non da quattro, cioè il presidente e tre giudici a latere. Ora il procedimento è da rifare.

Radiazione annullata


La decisione della Commissione medica era stata impugnata dal cardiologo, che lavorava per l'Usl nel distretto di Castelfranco, dinnanzi alla Commissione centrale per gli esercenti le Professioni sanitarie, che l'11 novembre 2020 aveva rigettato il ricorso. Motivo? Lo spiegano i giudici stessi. «Per quanto riguarda le motivazioni della sanzione irrogata è evidente la gravità della condotta del Gava che giustificava la radiazione» avevano scritto nelle motivazioni. Il problema era venuto alla luce per quanto riguardava le vaccinazioni pediatriche. Quindi, quando il Covid ancora non esisteva e le prese di posizioni no Vax erano quasi sottovoce. Secondo la commissione medica giudicante «emergeva il discredito che le dichiarazioni del dottor Gava indirizzavano alla categoria dei pediatri, accusati di non prestare attenzione alle caratteristiche dei pazienti». Proprio per questo era stata ritenuto che il dottor Gava avesse «la consapevole volontà di diffondere in una platea di ascoltatori interessati, ma privi di adeguate conoscenze scientifiche, un sentimento di avversione nei confronti dei trattamenti vaccinali». Insomma, la commissione aveva sanzionato con la radiazione «le informazioni date dal dottor Gava con toni allarmistici, sostenendo che il Sistema sanitario nazionale taceva circa i rischi cui erano esposti i bambini a seguito delle vaccinazioni, disincentivando la pratica della vaccinazione e proponendo terapie alternative senza offrire un'adeguata ed esaustiva informazione».

Motivazioni


Il medico, difeso dall'avvocato Francesco Volpe, ha presentato una serie di motivazioni di impugnazione davanti alla Corte di Cassazione, compreso il fatto che nella Commissione giudicante non avrebbe dovuto figurare un medico in quanto aveva pubblicato un articolo su una rivista in cui anticipava la propria posizione in merito alle questioni affrontate da Gava e che avevano determinato l'apertura del procedimento disciplinare. Oltre a un'altra serie di quesiti relativi alla divulgazione di pratiche alternative al vaccino, senza la contestazione di pratiche terapeutiche scorrette. Il braccio di ferro tra il dottor Gava e l'Ordine del medici aveva suscitato l'interesse non soltanto della comunità scientifica ma anche dei tanti pazienti divisi tra la scelta vaccinale per i propri figli e quella di metodi alternativi. Processi, ricorsi e controricorsi che hanno scandito gli ultimi sei anni. E adesso è tutto da rifare. La Corte di Cassazione conclude, nella motivazioni: «L'accoglimento del secondo ricorso (la composizione della commissione ndr.) determina l'assorbimento dei restanti motivi». E tutti i nodi tornano al pettine. Perchè la Commissione disciplinare li sciolga, di nuovo.

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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