«Rifatti gli occhi, t...»: valanga di insulti social per Rachele Scarpa dopo lo striscione contro Fontana

Sabato 15 Ottobre 2022 di Paolo Calia
Rachele Scarpa
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TREVISO - «Rifatti gli occhi, t...», e sotto una foto sorridente di Lorenzo Fontana, leghista ultracattolico eletto presidente della Camera. Questi il messaggio, becero, razzista, inaccettabile, arrivato nei social di Rachele Scarpa, giovane parlamentare trevigiana del Pd. E non è stato il solo: «Ma questo è di sicuro il più volgare - sottolinea Scarpa - e l'autore si prenderà una bella denuncia». La pioggia di insulti è uno degli effetti collaterali scatenati dalla prima iniziativa politica in aula messa in atto dalla giovane deputata della Marca: alzare dagli scranni dell'emiciclo di Montecitorio, uno striscione contro Fontana, ormai sicuro di diventare presidente.

Poche parole: No a un presidente omofobo pro Putin. Accanto a lei anche il deputato Dem padovano Alessandro Zan. Da sinistra arriva qualche applauso, da destra silenzio.


IL PRECEDENTE
Non è la prima volta che Scarpa diventa bersaglio di attacchi scomposti. Agli albori della campagna elettorale è stata letteralmente investita da un'ondata di insulti sessisti altrettanto beceri e intollerabili per le sue posizioni sulla questione palestinese e sulle politiche del lavoro. E si difese con grande compostezza: «Me l'aspettavo - disse all'epoca - ma non mi ci abituo e soprattutto non mi spavento. Penso sia frutto di un doppio standard. A una donna, giovane e progressista viene sempre imposto di dimostrare qualcosa rispetto ad altri ». Ora la reazione passa invece per atti concreti: «Questo è il brodo culturale sessista, misogino e volgare con cui spesso dobbiamo e devo convivere. Non c'è problema, non mi faccio intimorire e nessun passo indietro sulla determinazione con cui affronterò i miei compiti. Uno spirito che dobbiamo avere tutti, ma soprattutto noi donne dato che siamo il bersaglio preferito di certi beceri ambienti. Avanti tutta, e una denuncia in arrivo per questo leoncino da tastiera».


«PROGRAMMATO»
La protesta dello striscione, che ha avuto un'eco enorme, era stata preparata. «Già da giovedì sera era chiaro che il centrodestra avrebbe votato Fontana - spiega la parlamentare - e quando ho saputo che Andrea voleva realizzare questa protesta, mi è sembrato giusto sostenerlo. Abbiamo così stampato lo striscione portandolo in aula. Lo abbiamo sollevato e poco dopo sono arrivati i commessi per toglierlo, perché certe azioni non sono ammesse. Ma siamo stati composti, non abbiamo urlato nè fatto altro in rispetto del Parlamento e del posto dove ci trovavamo».


LA CONDANNA
E mentre, a fine votazione, i leghisti compresi i parlamentari trevigiani, correvano a farsi le foto con Fontana, Scarpa non nascondeva delusione e preoccupazione: «Non dimentichiamo le simpatie di Lorenzo Fontana per Vladimir Putin, il suo citarlo come modello morale a cui l'Occidente avrebbe dovuto rivolgersi, la sua partecipazione come osservatore al referendum farsa per l'annessione russa della Crimea, le sue magliette in cui chiedeva il taglio delle sanzioni alla Russia. Non dimentichiamo il World Congress of Families a Verona, fortemente voluto da Fontana. Non dimentichiamo le sue posizioni discriminatorie, misogine, reazionarie. Da quel giorno Verona ha cambiato volto: da pochi giorni ha aderito alla Rete Ready, contro le discriminazioni. Lorenzo Fontana non è cambiato affatto. Non ci rappresenta».

Ultimo aggiornamento: 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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