Prošek-Prosecco, il caso al Parlamento europeo: assente il Commissario all'Agricoltura. Bizzotto: ​«A che gioco state giocando?». Ricevute 12 opposizioni

Giovedì 17 Febbraio 2022 di Redazione Web
Prošek-Prosecco, la battaglia per la denominazione oggi in sessione plenaria al Parlamento europeo
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Prošek-Prosecco, la battaglia per la denominazione si discute oggi, giovedì 17 febbraio 2022, in sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo. «Aspettiamo al varco la Commissione Ue perché è finito il tempo dei tentennamenti», aveva annunciato nei giorni scorsi la leghista vicentina Mara Bizzotto, promotrice dell’iniziativa. La richiesta di riconoscimento del vino liquoroso croato con il nome Prosek, contro cui l’Italia ha dimostrato la più totale contrarietà, viene dibattuta e portata alla conoscenza di tutti i deputati. Questo risultato è stato fortemente voluto dagli europarlamentari italiani e porta ben oltre le aule della commissione agricoltura un tema importante per tutte le denominazioni. Molti Stati europei, Francia e Germania in primis, hanno già dichiarato di condividere la battaglia italiana contro la Croazia.

Ieri intanto il vino italiano ha incassato una vittoria data dalla decisione di Bruxelles di non dichiarare la bevanda potenzialmente cancerogena e di approvare un testo equilibrato sui potenziali rischi di zuccheri e alcool per la salute.

L’auspicio è dunque che anche sul tema Prosek la UE comprenda il potenziale pericolo di una decisione che favorisca la Croazia. 

L'intervento di Mara Bizzotto: Prošek? E' un cavallo di Troia

l Prosek è un «Cavallo di Troia» che minaccia «il sistema delle Dop e Igp». Così l'europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, nel suo intervento di apertura a Strasburgo dell'interpellanza principale sul caso Prosecco-Prošek, promossa dalla stessa Bizzotto. «Cara Commissione Europea, è finito il tempo delle chiacchiere», ha attaccato Bizzotto rivolgendosi alla Commissaria europea per l'uguaglianza Helena Dalli, che sostituiva il commissario competente Janusz Wojciechowski. «Perché il Commissario all'Agricoltura non ha il coraggio di venire in Parlamento e dire con chiarezza cosa vuole fare sul caso Prosek? A che gioco state giocando?», ha proseguito Bizzotto. «L'Europa deve dire no alla richiesta di riconoscimento del Prosek - ha aggiunto - l'unico vero Prosecco è quello italiano, prodotto in Veneto e in Friuli, riconosciuto e tutelato dalle denominazioni Doc e Docg. Su questa partita l'Europa si gioca la faccia». 

Il presidente veneto Zaia

«Se l’Europa cedesse alle richieste croate sulla denominazione Prosek, creerebbe un precedente pericolosissimo per tutti gli altri prodotti tipici - dichiara Zaia -  E’ imbarazzante pensare che l’Europa possa autorizzare il termine Prosek, che storicamente identifica la nostra produzione. Ci sono moltissimi motivi per dire no. L’Europa chiuda velocemente questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso».

Tra i tanti motivi di un no secco al Prosek – aggiunge  – c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Poi ci sono una serie di significative motivazioni storiche: le prime citazioni del termine “Prosecco”, con riferimento al vino di cui alla relativa DOP risalgono infatti al XIV secolo. In particolare, al 20 settembre 1382 quando la città di Trieste ha siglato un accordo tale per cui – entrando nei domini del sovrano austriaco – si impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria .

La dicitura Prosecco ha poi continuato ad essere estensivamente usata nei secoli per indicare lo specifico vino, proveniente dai territori del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e tale legame storico costituisce, tra l’altro, il fondamento del riconoscimento della DOC Prosecco di cui al Decreto del 17 luglio 2009 del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di allora, che era proprio Luca Zaia. A tale ultimo riguardo, nelle riprodotte incisioni di rame risalenti rispettivamente al 1585 ed al 1590, la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico. Invece, la riprodotta carta geografica dell’area friulana, risalente al 1770, anch’essa incisa su rame, e stampata per conto del Governo veneziano, impiega, ordinariamente, la denominazione italiana ‘Prosecco’. Il che, secondo il Veneto, conferma non solo l’omonimia/identità tra i nomi Prosecco e Prosek, ma attesta la risalenza storica del collegamento tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino ‘Prosecco’, oggi tutelato. È, dunque solo a quest’area geografica, del tutto estranea al territorio croato, che può essere ricollegata la storicità della denominazione ‘Prosecco/Proseck’».

Ricevute 12 opposizioni sul Prošek

La Commissione europea «ha ricevuto dodici opposizioni» alla domanda di riconoscimento della menzione tradizionale Prošek. Lo ha detto Helena Dalli, Commissaria Ue all'uguaglianza, intervenendo nel dibattito parlamentare promosso dall'interpellanza dell'eurodeputata Mara Bizzotto (Lega) sul futuro del sistema Dop/Igp alla luce del caso Prosek. «Come prevedono le regole - ha aggiunto Dalli, che sostituiva il commissario competente Janusz Wojciechowski - le opposizioni ammissibili saranno inviate alla Croazia per osservazioni», quindi «tutte le risposte della Croazia saranno comunicate all'Italia». «Dopo questo scambio, sulla base delle norme Ue e della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, la Commissione prenderà la sua decisione per tutelare o respingere la domanda della Croazia». 


IL DOSSIER SUL PROSEK


Le ultime tracce pubbliche della procedura europea risalgono allo scorso 9 novembre, quando il ministero delle Politiche agricole aveva inviato a Bruxelles la memoria di 14 pagine, contenente i motivi tecnico-giuridici di opposizione alla domanda di protezione della menzione tradizionale presentata dalle autorità croate. Da allora non se n’è più saputo nulla. Sono due i quesiti che Bizzotto pone in aula alla Commissione guidata da Ursula von der Leyen.

  • Il primo: «Nella riforma del sistema delle indicazioni geografiche dell’Ue, come intende rafforzare le norme che disciplinano le denominazioni, le omonimie e le evocazioni, per assicurare la massima tutela a tutte le Dop e le Igp di fronte a qualsiasi tentativo di frode?».
  • Il secondo: «Come intende garantire la capacità dell’Ue di difendere, sia nel mercato interno sia in quello extraeuropeo, le denominazioni Dop/Igp/Ig/Stg dai molteplici tentativi di utilizzo fraudolento o strumentale da parte di Paesi, organizzazioni o società private?».


IL CONFLITTO CON LA DOP ITALIANA PROSECCO

Le domande sulla strategia europea verranno formulate a partire dalla vicenda che riguarda il vino del Nordest. La premessa sarà che «la richiesta di riconoscimento della denominazione “ Prosek”, non contemplata nel trattato di adesione all’Ue della Croazia, confligge chiaramente con la Dop italiana “Prosecco”, riconosciuta e protetta dal diritto dell’Ue, che tutela oltre 8.000 produttori italiani». Secondo l’esponente della Lega, «la Commissione Ue, con la pubblicazione in Gazzetta della richiesta di denominazione “ Prošek”, ha creato un pericoloso precedente che mette seriamente a repentaglio l’intero sistema delle Dop e delle Igp nell’Ue». 

Ultimo aggiornamento: 20:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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