Prosecco superiore, la Docg attacca ma la Doc fa marcia indietro

Mercoledì 20 Luglio 2022 di Mattia Zanardo
Le colline del prosecco dov'è in atto la guerra tra Doc e Docg
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TREVISO - Da un lato, cantine e viticoltori della Docg si preparano alla mobilitazione. Dall'altro, i vertici della Doc correggono il tiro. Nel mezzo, associazioni imprenditoriali e rappresentanti istituzionali osservano con crescente sconcerto la diatriba. Non bastasse l'anticiclone africano, ad arroventare ancor più le temperature tra i filari del Prosecco è piombato il Codice di autoregolamentazione tra i tre consorzi di tutela: la Doc, la Docg Conegliano e Valdobbiadene e la Docg Asolo.

Stilata dai tecnici del ministero delle Politiche agricole, su richiesta della Doc, la normativa mirava ad evitare comparazioni tra le denominazioni, a partire, ad esempio, dall'appellativo Superiore per il Conegliano Valdobbiadene. Di fronte alle polemiche subito scoppiate, però, da Roma hanno annullato l'incontro previsto per il 26 luglio e ritirato la bozza.


ARRABBIATI
A non averla presa molto bene soprattutto gli operatori della viticoltura eroica di collina, ben decisi a difendere la distinzione contro il rischio di essere commercialmente schiacciati dai minori costi di produzione nei vigneti di pianura. Ne è riprova il messaggio che sta rimbalzando tra e produttori di uva e trasformatori della zona, con la convocazione di una riunione, questo pomeriggio, alla Mostra di Col San Martino «per salvare la Docg dall'arroganza della Doc che la vuole eliminare, portandola a pari valore e importanza della Doc stessa». «Fare squadra, muro e strategie - continua l'appello - è l'unica arma per difendersi e mantenere le nostre preziose differenze e unicità rispetto agli altri». E ancora: «Non possiamo avere paura a difendere il nostro territorio. Lo dobbiamo alla nostra storia, ai nostri familiari e al nostro futuro».


LA PUNTUALIZZAZIONE
Se questo è il clima, appare difficile che a rasserenare gli animi basti la precisazione diffusa dal cda del Prosecco Doc, al termine della seduta di ieri. Secondo il consiglio, le parole del direttore del consorzio Luca Giavi - che aveva confermato la proposta del codice - rientravano in un raginamento più ampio «che cercava di spiegare come la menzione superiore sia riservata esclusivamente, sulla scorta di quanto stabilito dai relativi disciplinari, alla tipologia spumante delle Docg Asolo Prosecco e Conegliano Valdobbiadene Prosecco, senza, in alcun modo, voler intendere l'esclusione della possibilità di utilizzo del termine superiore da parte delle due denominazioni, ma il suo corretto utilizzo». Insomma, stando alla Doc sarebbe tutto un fraintendimento, solo una questione tecnica. Peraltro, prosegue la nota, «il Consiglio di amministrazione ha ribadito come rimanga auspicabile definire, in modo condiviso, alcuni aspetti della comunicazione delle tre denominazioni, al fine di evitare che, per ragioni diverse, vengano vanificate le azioni di tutela svolte dai Consorzi a favore dei rispettivi sistemi produttivi e dei consumatori».


GLI IMPRENDITORI
Nel frattempo, dopo il presidente della Regione Luca Zaia e altre associazioni imprenditoriali come Coldiretti e Confagricoltura, anche il Gruppo Vinicolo Distillati e Liquori di Assindustria Venetocentro, a cui aderiscono molti dei maggiori e più strutturati produttori del vino principe della Marca (diversi dei quali operanti in tutte e tre le denominazioni coinvolte), non nasconde per bocca del suo presidente Armando Serena «preoccupazione e disappunto» per «polemiche del tutto inopportune, anche perché originate da dichiarazioni pubbliche in assenza di qualunque pronunciamento o posizione formale degli organismi e degli organi preposti alla tutela di questa importante filiera». L'appello, piuttosto, a ritrovare un'unità di intenti per continuare a sostenere il successo del Prosecco: «L'attuale valore del Prosecco è un patrimonio invidiabile, costruito da generazioni di imprenditori, agricoltori, tecnici, professionisti e studiosi, che va tutelato e rafforzato, partendo innanzitutto dal dialogo, all'interno delle diverse componenti della filiera. Dialogo del quale Assindustria Venetocentro è sempre stata convinta sostenitrice e per il quale continua a lavorare, anche in questo periodo. Questa storia di successo è una lezione che ci arriva dal passato e che dobbiamo fare nostra anche per il futuro. Un esempio positivo sbocciato nelle colline a nord di Treviso che dalla sua comunità di origine ha diffuso benessere in molte altre realtà ed ha fatto conoscere ed apprezzare il Prosecco e il suo ambiente a milioni di persone nel mondo».
 

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