Prosecco Doc da record: vendute oltre mezzo miliardo di bottiglie

Mercoledì 13 Gennaio 2021 di Maurizio Crema
Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc
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Il Prosecco Doc supera il mezzo miliardo di bottiglie certificate nel 2020, oltre 13,6 milioni in più sul 2019, per un giro d'affari complessivo che il Consorzio stima in 2,5 miliardi, circa l'80% all'estero. Il decollo del rosè ha portato vendite per circa 16,8 milioni di bottiglie contribuendo al buon andamento del Prosecco Doc anche in un anno di crisi da Covid, dove la parte del leone l'ha fata la grande distribuzione.


«Un traguardo storico - commenta il presidente del Consorzio con quartier generale a Treviso - che non costituisce un punto d'arrivo.

Molte, infatti, le sfide che ancora ci attendono, a cominciare da quella che riguarda la segmentazione dell'offerta con una maggior caratterizzazione delle produzioni, senza dimenticare le azioni sulla sostenibilità ambientale e sociale dell'intero territorio». I dati del Consorzio parlano di 500,4 milioni di bottiglie certificate nel 2020, + 2,8% sul 2019. «Ora puntiamo al consolidamento dei mercati principali, piuttosto che ad accrescere i soli volumi di vendita», avverte Zanette, che spiega questo successo anche nello scorso mese di dicembre con un cocktail di elementi: «La tipologia rosé, entrando in scena nel momento più opportuno, ha fatto registrare una produzione di 16,8 milioni di bottiglie, ma in questa crescita c'è in larga parte la maggiore consapevolezza del consumatore nello scegliere Prosecco Doc».


VIGILANZA

Secondo il Consorzio non sempre aiutato dagli operatori della ristorazione. «Vorremmo che anche i pubblici esercizi si impegnassero nel comunicare correttamente l'agroalimentare di qualità e il Prosecco in particolare», chiede Zanette. Il Consorzio dal canto suo punta a incrementeremo «le attività non solo di tutela e vigilanza, ma anche di formazione e informazione, al fine di dare sempre maggiori certezze ai nostri consumatori, ai quali chiediamo di segnalarci tutti i casi sospetti, perché solo il Prosecco è come il Prosecco».

Poi c'è la battaglia contro i prezzi stracciati. «Il valore medio delle vendite di Prosecco Doc a scaffale è in linea con le aspettative del consumatore italiano ed internazionale, infatti la quota di prodotto venduta a prezzi di fascia bassa rappresenta una frazione marginale (attorno al 4%) - ricorda Zanette -, tuttavia dobbiamo proseguire in un processo di miglioramento continuo della qualità delle nostre produzioni, innalzando il livello medio». Il Consorzio trevigiano che cura la produzione dal Veneto al Friuli Venezia Giulia punta molto anche a diventare «un punto di riferimento a livello internazionale per una vitivinicoltura sostenibile».


«Questo risultato è motivo di orgoglio per tutti i produttori che hanno investito e operato in questi anni per produrre Prosecco Doc ed esportarlo in tutto il mondo - sottolinea Giancarlo Moretti Polegato, presidente del gruppo Villa Sandi, 95 milioni di fatturato nel 2019 -. Mi fa piacere che questo risultato sia stato conseguito a chiusura di un anno così difficile e spero che il 2021 possa portare i primi segnali di ripresa per tutto il comparto della ristorazione. Ad essere onesti, l'anno non è iniziato bene con questa ondata di contagi e tutte le restrizioni che sono state introdotte in moltissime aree del mondo». E all'orizzonte dell'export, dopo lo scampato pericolo dei nuovi dazi di Trump, c'è l'allarme Uiv per una possibile rappresaglia Usa sul vino italiano alla Digital Tax.


BOTTEGA: ATTENTI AL PREZZO


«Abbiamo davanti grandi opportunità per crescere ancora - dice invece Sandro Bottega, leader della società trevigiana da 44 milioni di fatturato che quest'anno punta a superare quota 50 anche grazie a nuove acquisizioni di terreni nell'area del Prosecco Docg ma anche a diversificare in Toscana -. La sfida vera oggi è valorizzare il prodotto, venduto a prezzi ancora troppo lontani dallo champagne, cercando di dare maggiore remuneratività ad aziende e contadini, e puntando di più sulla sostenibilità. Vedere del Prosecco in vendita a 1,99 euro è un delitto per tutti noi, la colpa è anche della grande distribuzione che obbliga i produttori a queste condizioni, ma dobbiamo educare sempre di più i consumatori a cercare la qualità. E il rosè, partito bene, è una grandissima opportunità anche in questo senso».
 

Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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